Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/260

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— Ah! — rispose Milla, lieta del suo mistero. — Non importa, lascia fare a me!... L'attaccherò alla giardiniera, e imparerò a guidare.

— Uhm! — disse il Duca — è troppo forte per la giardiniera, andrebbe meglio col phaèton. È ancora una buona cavalla. Quasi quasi, ora che non è più di quel biricchino, avrei una mezza idea di provarla io stesso. Domani forse....

* * * * *

Drollino era fermo sulla soglia del cancello di fronte al viale. E quivi per l'appunto vide Mia, la sua Mia, attaccata al phaèton e guidata dal Duca.

Non molto ben guidata, a dir vero; Giuliano la conduceva come un dilettante conduce, per lo più, un cavallo che sta provando. Alquanto a casaccio, cioè, tirando indiscretamente i filetti ora a destra, ora a sinistra, tormentandole il morso in bocca, spingendola, con certe mosse intempestive delle redini che dovevano torturare la povera bestia, abituata alla mano salda, mirabilmente esperta, di Drollino.