Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/261

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Questi divenne livido, sentì nell'interno dell'animo come uno schianto. Cogli occhi spalancati, immoto, come impietrito, guardò quello spettacolo, che lo straziava.

Il Duca non s'avvide di lui. S'indispettiva contro Mia che non voleva ubbidirlo, e, in difetto di più persuasivi argomenti, le rovesciò addosso una furia di scudisciate.

Drollino trattenne un grido. Ah! quelle scudisciate! gli parve d'averle ricevute lui, attraverso alla vita! Ebbe un impulso violento e prepotente di spiccare un salto, di precipitarsi verso il phaèton, d'afferrare lui lo scudiscio e di....

Ma si contenne. Si morse a sangue le labbra, e torse lo sguardo. Mia si avviava con un trotto incerto, rotto, pesante, mentre il Duca, con una aria avvezza, dimenava trionfalmente la frusta.

Drollino s'accorse d'esser tutto sudato. Un pensiero crudele gli passò pel capo: — Oh! se Mia potesse impennarsi in quel momento, far cadere colui.... fargli rompere il collo....