Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/317

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Nel silenzio della stanza si sentiva l'affanno ormai, quasi parimenti angoscioso, di due aliti oppressi.

Un gorgoglio s'affoltò nella gola di Drollino. Ma egli, con uno sforzo supremo, mormorò ancora una parola:

— Si ricordi!...

Poi tacque, cessò di guardar Giuliano, e adagiò il capo sui guanciali.

Passò un minuto prima che il Duca trovasse la forza di uscire.

Sulla soglia della cascina s'imbattè col dottore.

— Sta male, eh! quel poveraccio? — chiese il medico, vedendo il viso alterato di Giuliano.

— Sì.... — balbettò il Duca — temo che....

— Per bacco!... l'ho detto subito che era affar di pochi giorni. Ma lei non ci venga più qui. Vada via, che questi non sono spettacoli per lor signori; e tanto, ormai è finita. Vada via, le dico, e mi cambi subito quella brutta cera, che,