Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/32

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udendoli, non li capiva e sorrideva benevolmente osservando quanto i nostri differenziano dai dialetti della sua nativa natura e verde Erinni.

Certo è che i moccoli di Drollino erano d’una specie affatto particolare. Li pronunciava a mezza voce, con un tono secco, stridente, come se masticasse dei bottoni di porcellana. La Milla però li capiva e se Miss Spring non era vicina lo sgridava. — Ah! Drollino! non sta bene! — diceva con un’aria patetica di rimprovero.

E Drollino a furia di sentire quella vocina dire che i moccoli non stanno bene cominciò ad arrossire ogni volta che, per caso, gliene sfuggiva detto uno. Non già che non fosse stato mosso qualche appunto al suo linguaggio, anche prima; ma chi gli faceva queste osservazioni gliele faceva a suon di ceffoni e di tirate d’orecchio ed egli trovava più comprensibile il linguaggio di Milla.

Erano bimbi affatto e giocavano di gran cuore. Egli le usava certe attenzioni, delle quali nessuno