Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/33

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l’avrebbe creduto capace. Le compose un’altalena, e le rimproverò la sua dappocaggine e la sua paura dei cavalli. Le portava degli uccellini semivivi, dei gatti d’una magrezza incredibile; una volta le portò persino una marmotta, ancor mezzo addormentata. Essa serbava spesso per lui qualche dolce del desinare. Allora Drollino, che era fiero e non voleva mangiare i dolci a ufo, le recava delle pesche stupende rubate per lei con somma maestria e non lieve pericolo, dal frutteto stesso della villa. La bambina, complice innocente, mangiava con piacere le frutta proibite! Invertita, ma pur sempre la scena eterna di Adamo ed Eva!

Il Principe aveva visto più volte sul viale i due piccoli compagni di gioco, ma la cosa non gli fece la minima impressione. Trovò anzi che era naturalissimo. E lo era infatti, col sistema e le abitudini quel tempo in cui egli pure era stato bambino!

Drollino giocava molto e parlava poco. Ma ora