Pagina:Memini - Mia, Milano, Galli, 1884.djvu/47

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quando udì quella proposta, fatta in tono di scherno. — È mia! sapete?

— È matto, — dissero ridendo i mozzi e gli stallieri. — Ma la puledrina aveva un nome ormai.

E, prima per chiasso, poi sul serio, venne chiamata così.

La neve cominciò presto quell'anno, e Astianello prese un'aria malinconica, nella campagna, fatta brulla dal verno. Le caccie eran finite, le brigate disperse; i cavalli dovevano esser ferrati a ghiaccio, il casone non era guari riparato dal freddo, e il Principe si annoiava.

Ma, benchè si annoiasse seriamente, non gli passò neppur pel capo di prender moglie. Bensì gli venne in mente d'andare a passar l'inverno a Parigi.

D'altra parte, era ormai tempo di mettere la Milla in collegio. E il collegio c'era, bell'e pronto. Un austero convento, celebre come educandato, e dove delle monache aristocratiche insegnavano un