Pagina:Memoria intorno alla progettata strada a ruotaje di ferro in rapporto a Bergamo.djvu/6

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le nostre filande fu di circa pesi Bergamaschi 80 mila, non computati quelli che andarono in Brianza, a Lecco ecc. passando per Bergamo come stradale più conveniente. Inoltre i doviziosi negozianti di questo paese acquistar sogliono molte partite di seta già filata nelle suddette provincie, in quella di Cremona e nel Tirolo (acquisto che nel corrente anno ascese a libbre piccole 150 mila circa): e può dirsi che il traffico in grande delle sete vien fatto in Lombardia quasi per intiero dai negozianti Bergamaschi e dai Milanesi. Vivo per tutto il corso dell’anno egli è qui il commercio di questa merce, e continua ne è la spedizione ad estere regioni, e particolarmente a Londra: oltrechè vi hanno anche molti opificj per le prime operazioni di manifattura della seta filata. Pel lavoro di questa si hanno n.° 202 filande ordinarie con 4,742 fornelli, quattro a vapore di molinelli n.° 420, e n.° 94 torcitoj. I cascami della seta impiegansi nel Capo-luogo di Gandino, ed in altri Comuni di quel Distretto, nella fabbricazione di buone coperte da letto, delle quali annualmente se ne mettono in commercio circa tremila; oltre quelle che pure ora vi si fabbricano con prospero successo coi cascami del cotone.

La già di sopra riportata industria del ferro occupa forni fusorj n.° 14, fucine e magli n.° 933: fra questi opificj ve n’ha n.° 111 applicati alla chioderia. Ad altri non mancano ricerche per la confezione di projettili militari. Il nostro acciajo, del quale si hanno parecchie fiorenti fabbriche, trova grande esito anche all’estero. Da Bondione, a mercè l’introduzione recente di nuovi metodi, si ottengono lavori in ferro fuso di forme anche difficilissime, gettati con molta precisione: le ruote ed altri congegni per la fabbricazione meccanica dei panni e d’altri tessuti, riescono mirabilmente.

Dopo l’industria del setificio, e del ferro, viene quella dei panni, la quale va fra di noi sempre più risorgendo dal decadimento e dal languore in cui fu spinta dalla concorrenza Germanica, e da altre circostanze, che ne fecero discendere moltissimo il valore complessivo delle esportazioni, oltrepassante prima dell’anno 1815 i sei milioni di lire italiane. Al n.° di 64 ammontano le nostre fabbriche, con n.° 75 opificj accessorj inservienti alla lavoratura dei panni. Nel Distretto di Gandino, considerato l’emporio principale per questo ramo d’industria patria, esistono sei importanti Stabilimenti che lavorano con ottime macchine, il prodotto delle quali supera annualmente le 8000 pezze: altre fabbriche vi si conservano nelle quali continuano i lavori a mano; ed il prodotto di queste è di circa pezze 5000.

Noteremo poi che nelle cifre della prima finca comprendonsi negozianti all’ingrosso di seta n.° 58, di ferro n.° 139, di lana e cotone n.° 48, di panni n.° 58, di telerie e cotonerie n.° 5, di formaggi n.° 100; Banchieri n.° 10; Cambiavalute n.° 4; Sensali di seta n.° 15; di cambio n.° 15; Speditori e Commissionarj n.° 35; Cartiere n.° 11; Concerie di pelli n.° 49; Fabbriche di terraglie, stoviglie, vetri ecc. n.° 8 ; di Formaggi n.° 207; Tintorie n.° 63; un forno fusorio e maglio pel rame; n.° 14 filature di cotone e n.° 39 di lana; una fabbrica di cotonerie; 17 fabbriche di reti; due di sapone; 19 fabbriche d’organi, alcune delle quali di altissima riputazione; una fonderia di campane egualmente assai riputata, ecc.

Ma ciò che finisce di persuadere nel modo più convincente della massima importanza commerciale ed industriale del paese nostro, si è uno sguardo che diasi al movimento stragrande della nostra fiera annuale di Sant’Alessandro; una delle più cospicue d’Europa per antica celebrità, e per immenso concorso di persone e di merci nazionali e forastiere. Veggansi i risultamenti di questo progressivo movimento del traffico (la cui somma in quest’anno è salita ad oltre milioni 55 per le merci arrivate, e ad oltre milioni 37 per le vendute nella seguente tabella riferibile al sejennio dal 1832 al 1837.