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del cav. di s. quintino 5

ne’ suoi Viaggi per la Toscana, dove nello scorso secolo si sono rinnovate le cave di alcuni bei mistii, i rottami di que’ varii marmi, rimasti sul luogo fin da quando si lavoravano dagli Antichi, osservansi di presente raggrumati e rilegati insieme, a modo di breccia, dal tartaro o deposito calcare che le acque, nel lungo tratto de’ secoli, vi hanno sopra lentamente lasciato.

Probabilmente que’ marmi statuari essendo col tempo venuti menio, la loro mancanza avrà dato luogo, verso la netà del primo secolo dell’era cristiana, alla scoperta, ed all’escavazione di quelli di Luni1; ovvero il ritrovamento di questi sarà stata cagione che le cave de’ primi fossero poi a poco a poco abbandonate.

È meraviglia come Plinio, il quale ha notata questa preziosa Scoperta, ed ha trattato in più d’un luogo del marmi lunensi, e di tante altre pietre, e minerali di ciascuna provincia d’Italia, non abbia fatta menzione alcuna di que’ marmi bellissimi, situati nel centro della penisola, sulla via Aurelia, ed a poca distanza dal mare; de’ quali i Romani, siccome in breve dirò, aveano fatto uso grandissimo, non meno che gli Etruschi prima di loro. Io sospetto che ai tempi di Plinio le loro cave fossero già abbandonate, e che perciò quello scrittore sia stato contento di accennarli cumulativamente con altri marmi somiglianti, in quel luogo del trentesimosesto libro della sua storia naturale, dove, dopo aver narrato come i più antichi scultori della Grecia non si erano serviti d’altro marmo che di quello di Paros, soggiunge: che dopo que’ tempi ne erano stati trovati molti altri più candidi ancora del Pario, e che fra questi era lo stesso marmo di Luni, poco dianzi scoperto, la sanno gli Eruditi quanto sieno famigliari a quell’uomo enciclopedico si fatte ommissioni? E, per modo d’esempio, accenno egli forse una volta sola il marmo Pentelico sì caro e rinomato presso gli Ateniesi, e tanto adoperato a’ suoi tempi dai greci, e dai romani scultori.

Non possiamo mettere in dubbio che gli Etruschi, prima assai

  1. Plin. Hist. nat. lib. 37.