Pagina:Memorie della Accademia delle Scienze di Torino, Tomo XXIX.djvu/663

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balbo 217


15. Se avesse avuto effetto l’intenzione di Sisto IV, che forse volendosi far Torinese per innestarsi all’illustre casato de’ Larovere, fondava in Torino un collegio per ventiquattro scolari di teologia e di legge, fin d’allora la nostra Università ne avrebbe tratto per avventura que’ vantaggi ch’ebbe poi nel secolo diciottesimo per la istituzione del collegio detto delle provincie, al quale fu riunito il collegio Ghislieri fondato da San Pio quinto.

16. Tuttavia senza questo ajuto per gli studenti poveri, fiorì a quel tempo l’Università, anche pel concorso de’ giovani delle primarie famiglie; poichè i nobili Piemontesi, come quelli delle altre parti d’Italia, intraprendevano e seguivano gli studi al pari dell’armi, e si videro signori di case illustri recarsi a grande onore di aver seggio nelle facoltà, e di leggere sulle cattedre, donde passavano sovente alle dignità principali dello stato.

17. Ma per le lunghe fierissime guerre di Carlo quinto, e di Francesco primo, venne finalmente a languire l’Università di Torino, che tuttavia non si spense affatto. Emanuele Filiberto, anche prima di tornare in Piemonte, per diploma spedito da Brusselles nel mdlix, concesse alla città di Nizza il privilegio di avere una Università, la quale per altro sembra che dovesse restar limitata alla facoltà legale. Le favorevoli intenzioni di quel gran principe per la sua prediletta città dov’egli avea passalo molti anni di adolescenza, non furono senza effetto, poichè ancora nel secolo seguente, in Nizza si faceano laureazioni. Ma rientrato il duca ne’ suoi stati, giudicò per avventura che fosse più conveniente al suo disegno una città men limitrofa, e nel mdlx, non essendogli restituita la capitate, cresse l’Università in Mondovi. Ma la città di Torino, tornata poi sotto la dominazione del duca, mosse lite a Mondovi per impedirgli la continuazione dell’ottenuto privilegio. Dopo formal giudizio, la sentenza, pronunziata nel mdlxvi, mantenne le due Università; ma i nuovi professori vennero da Mondovì a Torino, onde l’Università di Mondovì cominciò a dicadere pochi anni dopo la sua istituzione, conservando tuttavia, sino al principio