Pagina:Memorie della Accademia delle Scienze di Torino, Tomo XXIX.djvu/667

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balbo 221


28. Nel mdclxxvii avea l’Università in teologia un professore ordinario, uno straordinario, ed uno di sagre carte; in canoni due ordinarii e due straordinarii; in jus civile due; in istituta due ordinarii ed uno straordinario; uno per li tre ultimi libri del codice Giustinianeo; uno de actionibus che sembra essere stato surrogato a quello d’arte notariale; uno di jus feudale, ed uno di jus criminale: in medicina, due di teorica e due di pratica, due per le opere di Almansor, uno di botanica, uno di chirurgia, e due di notomia; nelle arti, un ordinario ed uno straordinario di metafisica, due di filosofia, uno di matematica, ed uno di logica. I professori erano dunque trentadue, cioè tre di teologia, tredici di leggi, dieci di medicina, e sei dell’arti, fra le quali non era più insegnata la bella letteratura.

29. Di questa erano maestri a quel tempo i Gesuiti, alcuni dei quali, con alcuni de’ loro allievi, e sopra tutti Emanuele Tesauro, acquistarono grande celebrità in Piemonte, senza uguagliare quegli uomini sommi che aveva altrove la compagnia, ne quelli ch’ebbe negli ultimi tempi.

30. Nella Università due professori legali, Panealbo, e Mirbello, son forse i soli di quella età che abbiano meritato qualche fama, che pur non ebbe durata. Ma è cosa notabile che in quella facoltà continuava da più d’un secolo qualche insegnamento di economia politica ossia d’amministrazione pubblica, che tale doveva esser quello de’ tre ultimi libri del codice Giustinianeo; tralasciato poi con infinito danno, e che l’Arcasio far volea risorgere a’ tempi suoi, poichè avea pensiero di comprenderlo ne’ suoi trattati, allorquando li diede alle stampe.

31. Intorno al fine del secolo xvii, cioè nel mdcxc, troviamo che le lezioni duravano un’ora e mezza: che alcuni professori doveano in casa ripetere le lezioni nelle ore in cui non era aperta l’Università: che gli straordinarii ne’ giorni di festa e di vacanza insegnavano all’Università od in casa, e quando facea d’uopo supplivano agli ordinarii; che i professori assistevano alcune volte alle