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§. XI.

Di ciò che accadde a Dante dopo il suo esilio.

Sentitasi da Dante la nuova del suo esilio, prestamente partito di Roma, a Siena si condusse per intender più da vicino la relazione del fatto1. Quivi avendo saputo chiaramente ciò che era seguito nella sua patria, nè vedendo alcun riparo, pensò di unirsi con gli altri esuli, e incamminatosi alla volta di Arezzo, a Gargonza piccolo Castello soggetto alla detta Città2 con loro si abboccò. Appena furono riuniti insieme i Bianchi in Firenze, che risolverono di fermarsi in Arezzo per raccorre un’esercito, col quale potessero tentare di aprirsi a forza la strada per il ritorno nella loro patria. Elessero con questo fine per loro Capitano il Conte Alessandro da Romena3, e fecero dodici Consiglieri, del numero dei quali fu il nostro Dante4. In Arezzo si trovava allora messer Busone dei Raffaelli di Gubbio, il quale come Ghibellino era stato discacciato dalla Patria due anni avanti, cioè nel mese di Giugno 1300.5; e qui contrasse quel forte nodo di amicizia col nostro Poeta, mercè la quale si rese celebre il suddetto Busone, particolarmente per aver poi dato ricetto in sua casa allo stesso Dante. Dino Compagni6 ci narra che in quel tempo era Potestà di Arezzo Uguccione

  1. Leonardo Aretino Vita di Dante.
  2. Gargonza è un Castello in Capo della Valdambra sul confino dell’Agro Sanese, ed Aretino presso Civitella del Vescovo, poi compreso nel Vicariato del Monte S. Savino. Questo Castello dai Guelfi di Firenze fu tolto agli Aretini il dì 24. Maggio 1308. Giovanni Lelmi Diario pubblicato dal Lami nelle sue Deliciae Erudit. pag. 82. e seg. colla P. III. dell’Istoria Sicula dei Buonincontri.
  3. È rammentato da Dante nel C. XXX. dell’Inferno vers. 77.
  4. Leonardo Aretino loc. cit.
  5. Il sopraccitato Francesco Maria Raffaelli nel suo Trattato della Famiglia della persona degl’Impieghi ec. di messer Busone da Gubbio cap. IV.
  6. lib. 2. pag. 50.