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pliche di tanti personaggi, quanti erano quelli che desideravano una tal grazia, restassero esaudite. Così fuori della sua Patria sono restate le ossa di colui, che Firenze non seppe in vita, quanto lo meritava, tener caro.

§. XVI.

Dell’Effigie, del Costume e dei Meriti di Dante Poeta.

Fu Dante di mezzana statura, e nella vecchiaja andava alquanto curvo, ma sempre con passo grave, e mansueto. Il suo volto era lungo, e di color bruno, il naso aquilino, gli occhi erano piuttosto grossi, le mascelle grandi, ed il labbro di sotto avanzava l’altro, la barba ed i capelli folti, neri, e crespi, ed il suo aspetto appariva d’uomo malinconico e pensieroso1. Molte sono le medaglie gettate in onor suo2, che adornano i Gabinetti dei curiosi, e molti i Ritratti, che in marmo, ed in tela s’incontrano in Firenze3 ed altrove, i quali al vivo

  1. Boccaccio Vita di Dante.
  2. L’Apostolo Zeno nel Vol. 2. delle sue Lettere num. 224. ci dice che nell’Imperial Museo di Vienna vi è una Medaglia con la testa di Dante, e le lettere DANTES FLORENTINUS, nel rovescio della quale fra due lauri si leggono le seguenti lettere iniziali F. S. K. I. P. F. T. Il medesimo Zeno avverte nello stesso luogo che queste note distribuite appunto nella maniera suddetta, stanno in un’altra Medaglia del prefato Museo, che nel diritto rappresenta la testa di Pietro Pisano artefice di medaglie molto eccellente, intorno alla quale si legge PISANUS PICTOR. Il quale legge celebre Pietro Mariette in una sua lettera a monsignor Bottari in data di Parigi 14. luglio 1758. stamp. nel Vol. V. della raccolta di lettere sulla pittura, scultura, ed architettura, Roma 1766. in 4.° pag. 263., rammenta questa medaglia rappresentante l’effigie di Vittore Pisano ch’egli possedeva, soggiunge che le lettere sono distribuite così F. S. K. L. P. F. T. cita la lettera del Zeno, e desidera che siano spiegate tali sigle. Dallo Zatta sono state fatte incidere alcune medaglie di Dante in una tavola in rame, per nobilitare la sua edizione, l’impronta delle quali medaglie fu presa dal Museo del Mazzucchelli.
  3. Nella Cappella del Palazzo, che si disse del Podestà, fu dipinto Dante per mano di Giotto (Vasari Vit. de’ Pittori, P. I.