Pagina:Memorie per servire alla vita di Dante Alighieri.djvu/25

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20 memorie

Dante si trova scritto diversamente 1, ed altre

    appresso, fu lasciata per testamento di mess. Pietro giudice e figlio di Dante medesimo alla Compagnia della SS. Vergine di or San Michele di Firenze ne’ 21. febbrajo 1344. per rogito di ser Banchino Specchignani, e da essa compagnia restò dopo venduta a Matteo di Jacopo Arrighi nel 13. novembre 1365. per rogito di ser Domenico di Allegro, come dagli spogli di detta Compagnia a 31.
    Ivi a 168.
    «Ma quest’innocenti (cioè lo Spedale) m’invitano a schiarire la provenienza della di loro villa detta le cure, insieme col podere, per esser ella stata il trattenimento ed il sollievo e per averla posseduta in proprietà il nostro divino Dante Alighieri. Ognun sà, e l’abbiamo notato ch’esso fu esiliato dalla patria, e si vede ch’egli possedeva fra gli altri beni la suddetta villa col podere nel Popolo di S. Marco vecchio in Camerata, con più la casa in Firenze nel Popolo di S. Martino del Vescovo, siccome si può riscontrare da rogiti di ser Salvi Dini del dì 6. maggio 1332. Questi effetti dalla propria famiglia essendo stati redenti dalle mani del fisco, restarono poi venduti in parte, cioè la villa, e il podere predetto a Giovanni di Manetto Portinari, e ad Accorito suo fratello, cone nel detto rogito si legge. La Francesca di Duccio Tornaquinci vedova di Folchetto Portinari, e di loro cognata probabilmente aveva ricevuto dipoi in pagamento il detto effetto per la sua dote insieme colla villa delle cure; sicchè essa nel dì 30. gennajo per rogito del medesimo ser Salvi Dini lo rivendè a Jacopo del già Jacopo del Popolo di S. Pier Coelorum. Passato quest’effetto nello scorrer del tempo in varie mani, pervenne finalmente nella casa Cortigiani, ed i tutori de’ figli di Bonifazio d’Ormanno Cortigiani, per soddisfare ai legati lasciati da Bonifazio medesimo, venderono un terzo di detto podere chiamato il podere che fu di Dante Alighieri come si nota nel contratto del dì 26. settembre 1408. per rogito di ser Cristofano del già Andrea da Laterina esistente fra le carte dello spedale di Santa Maria Nuova, ad Andrea del Gallo per sè, e per chi nominerà, restando posseduti gli altri due terzi del podere medesimo da Maria Isabella figlia di Francesco di Boto Scodellari, e vedova del già Niccolò di Foresa Falconieri, li quali Falconieri avevano acquistata detta villa, e podere delle cure con case, e terre ec. ov’era il mulino fino al 21. gennaio 1353. per rogito di ser Ruberto di Talento da Fiesole. I tutori adunque de’ figli del Cortigiani, avendo venduta la terza parte della villa, e di detto podere posto nel Popolo di S. Gervasio, cui a 1.°, 2.°, 3.° via a 4.° mona Alessandra de’ Bardi luogo detto Camerata lo consegnarono al compratore, ad Andrea del Gallo predetto.

  1. Nota: il testo dell'annotazione è riportato in pagina 22