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Visse dopo detto tempo alcuni anni1, ed ammogliatosi non so con qual donna generò Dante III. che come gli antenati suoi attese alle lettere, e specialmente alla poesia tanto latina che volgare, nella quale dette saggio di non ordinaria dottrina. Infatti alcuni suoi componimenti in queste due lingue furono qua, e là stampati, ed una sua ben lunga elegia si legge in una raccolta, che ha per titolo «Azion Pantea»2. Il marchese Scipione Maffei, che parla di Dante III. fra gli scrittori Veronesi3, rammenta ancora un’egloga di lui in morte di Leonardo Nogarola, un’altra per la morte di Domizio Calderini4, ed alcune elegie e lettere in lode di Laura Brenzona Schioppa, della quale fu amante5. Fra i Codici poi del celebre Lorenzo Pignoria conservasi un suo panegirico in lode di Francesco Diedo Pretore di Verona6, il quale in detto impiego l’anno 1484. finì i suoi giorni7. Per qualche tempo passò costui ad abitare in Ravenna, volendo fuggire le calamità che affliggevano Verona sua patria, ma dopo avere nel 1495. invano procurato la Repubblica Fiorentina, che

  1. Il Landino nel comento dell’Inferno di Dante cant. XVII. vers. 40. sopra quel verso

    «Ravenna sta, come è stata molti anni,

    dice che quando scriveva, cioè nel 1475. in circa, vi era in Ravenna Dante figliuolo di Pietro discendente da Dante poeta, uomo letterato ed eloquente. Egli certamente intende parlare di questo Dante III. rammentato ancora da Mario Filelfo nel luogo citato.

  2. Questo è un libretto contenente la relazione della laurea poetica conferita a Giovan Antonio Panteo sacerdote Veronese da Francesco Diedo Podestà di Verona e molti componimenti latini fatti per questa occasione, impresso Veronae per Antonium Cavalchabovem et Joannem Antonium Novellum 1484. in 4.°
  3. Luogo citato pag. 53.
  4. Di questo parla ivi il Maffi lib. 3. pag. 114. e seg.
  5. Il Maffei luogo citato pag. 111. e 112. alcuna parte o principio di questo ci riferisce, ed attesta che si conservavano in un testo a penna di Alfonso Donnoli lettore in Padova.
  6. Questo panegirico è accennato dal Tomasino biblioteca Patavina manoscritto pag. 86 fra quelli di S. Giovanni di Verdara.
  7. Di lui vedi l’Apostolo Zeno tomo II. delle dissertazioni Vossiane pag. 56. e seg.