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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/118

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LIB. I. CAP. V. 23

da Oriente, e Biferno da Occidente; e dove dice, che Gerione stia distante da Larino sei miglia, deve intendersi, girandosi per Casacalenda, perché a dirittura sono quattro miglia solamente: e finalmente non due miglia, ma assai meno di un quarto di miglio di cammino è lontano il vecchio dal nuovo Larino, come altrove.

14. E prima di Leandro Alberti lo disse anche Flavio Biondo in Ital. Illustr. lib.I. tom.I. dell’edizione di Basilea 1531. p.421. ove della Puglia. IV. Regione; e forse Leandro Alberti si sarà guidato col medesimo sentimento, benché il Biondo parli più castigatamente, e così ivi: Quarto supra Larini veteris ruinas milliario est Casacalenda, cui ad duos mille passus proxime sunt ruinas Gerionis Oppidi vetustissìmi, de quo Livius lib. XXII. quum ad Gerionem jam hyeme impendente consisteret bellum, Neapolitani Oratores venerunt Romam, et infra.: quod diu pro Gerionis Apulia Castelli inopis, tanquam pro Cartbaginis manibus pugnavit. Superius sunt: Joveniscum, Moronum, Castellum lineum, Petrella, Mons Saganus, Jacobi copiarum Ductoris egregii Patria, a qua cognomen habet.

15. Quindi poi si vede, quanto in quei tempi fiorisse questa Città, o Cartello che fusse, per cui Annibale tanto travagliò per abbatterlo, come dice il Biondo: Diu pro Gerionis Apulia Castelli inopis - parla di Annibale - tamquam pro Chartaginis manibus pugnavit : ma che finalmente posto a fiamme, e fuoco, appena vi restarono pochi tetti per uso di ’magazzeni, come lo descrive Livio in detto luogo: Hannibal pro Geronii - o come in altra edizione - pro Geriouis minibus, cujus Urbìs capta, atque ìncensa ab se in usum horreorum pauca reliquerat tecta: notasi però, che dopo la distruzione di Gerione, Girone, o Geronio, che si appelli; la quale secondo il computo del sopra lodato Giovanni Dujat nelle sue note al detto lib.22. di Tito Livio, feguì l’anno di Roma 537. principiò a rifarsi nuovamente, forse a poco a poco, in forma tale, che in detto tempo, che fu fatta la suddetta donazione di beni da Giacomo di Rofrido di Termoli al Monartero di S. Giovanni in Venere, cioè nel fecolo XII., e propriamente nell’anno 1172., era egli in piedi, e ben in essere, ed aveva le sue muraglie in forma di Cartello, dicendosi in detto Strumento di donazione, che donava totum meum tenimentum cum Ecclesia, Casali, et Curte, quod habeo, et possideo in Gironia prope muros Castri.

16. Appresso però ricevute altre percosse si andò disolando; e vado conghiet turando, che assai contribuì il gran terremuoto dell’anno I456. quando Larino sobbissò fin da fondamenti con morte di 1313. Persone, e con Larino pati molto Casacalenda, come nota il Summonte nell’Istoria del Regno di Napoli tom.3. lib.5. cap.1. dell’edizione di Napoli dell’anno 1640. p.213., ed ivi S. Antonino Arcivescovo di Firenze Autore contemporaneo nella 3. par. delle sue Cronache cap. 14. §.3. non parendo verisimile, che con un tal Scuotimento di Larino, e Casacalenda, Gerione, che si ritrovava tra Larino, e Casacalenda, non ricevesse le sue percosse; tantoché poi a poco a poco si distrusse totalmente, ed al presente se ne vedono i suoi vestigj; e dobbiamo