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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/117

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22 MEMORIE STORICHE CIVILI

ro la conghiettura, riflettendosi, che sloggiando il Cartaginese da Gerione per mancanza di viveri, si conducesse verso la Puglia, dove cominciavano a maturarti le messi; mentre questo fa vedere, che in Gerione le messi non ancora cominciavano a maturare; e che se Gerione fosse astato luogo vicino la Cirignola, non potea ciò dirsi, per esser egli in Puglia: come all’incontro va tutto bene dicendosi, che questo Gerione fosse vicino Larino, dove le messì maturano più tardi: Quindi dee credersi, che Gerione, di cui parla Tito Livio, sia il nostro; e quei, che fuppongono fusse la Cirignola prendono abbaglio, confondendo il primo accampamento di Annibale fatto nel nostro Gerione col secondo, che poi fece nelle pertinenze della Cirignola, o per dir meglio vicino al fiume Aufido, chiamato Lofanto, prima della famosa guerra di Canne.

11. Di questo nostro fentimento, cioè, che Gerione sia situato nel luogo già detto de’ Larinati, sembra, che fusse anche Paciucchelli, ove del Regno di Napoli in prospett. par.3. p.87. Beltrano nella breve descrizione del Regno di Napoli, ove parlando delle Città distrutte della Provincia di Capitanata, nota Arpi, ovvero Agirippa, Salapia, Siponto, Cliternia, Girone; e situa Cliternia, e Girone una appresso all’altra; come in fatti fra di loro sono vicine, poste amendue tra il Fortore, e ’l fiume Biferno. Così anche nota Errico Bacco coll’aggiunta di Gio: Pietro Rossi parimente nella descrizione del Regno dell’edizione di Napoli 1628. p.325., e questi testimonj crederei, che non possano patire eccezzione, come quelli, i quali hanno ciò ricavato dai Libri della Regia Camera, fatti in occasione della numerazione de’ Fuochi, la quale non potea farsi, che coll’accesso de’ Rcgj Ministri luogo per luogo, notando le Città, Terre, e luoghi esistenti, ed i luoghi, Terre, e Città distrutte per il regolamento del numero de’ fuochi; ed è certo, che notano Gerione, e Cliternia Città distrutte, una appretto all’altra, poste in Provincia di Capitanata, dove effettivamente si ritrovano, come più ampiamente si è detto nel precedente cap.4. n.4.

12. Così parimenti dice Leandro Alberti nella descrizione dell’Italia, ove trattando della Japigia dell’edizione di Vinegia 1553. pag.228., ed ivi notando questi luoghi, dice: Vedesi poi Petrella, Castellino, Morrone, e Giovenisio: giaciono tutti questi Castelli appresso al fiume Fortore, benché chi più, e chi meno; poscia ritrovasi in quei Campi, che sono di spazio sedici miglia infino alla marina i vestigj dell’antico Gerione, nominato da Livio, e sngolarmente nel 22. lib. ove scrive, che Annibale si fermò appresso alle mura di Gerione, ove aveva lasciato pochi tetti, avendolo pigliato per forza, et abbrugiato,’ e più in giù in detto lib. anche lo rimembra: quindi a due miglia vedesi Casacalenda, Castello, e dopo sei Larino, edificato appresso l’antico due miglia, ora rovinato.

13. Qui però prende egli più abbagli, primo. Il fiume che chiama Fortore deve dire fiume Tiferno, o sia detto Biferno, perché il Fortore, o sia Frontone è fiume diverso dal Biferno, e quello sta in confine della Daunia antica, e quella nostra Diocesi sta tra questi due fiumi diversì, cioè Fortore