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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/410

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LIB IV. CAP. I. 309

ne, Chieuti, Santa Croce, Ururi, Sant’Elena, Colle di Lauro, in Larino, e in alcuni luci Casali formando in essi come tante Colonie, come nel decorso di queste nostre Memorie, e furono appellati, come si appellano Albanesi Epiroti, detti in latino da i più Eruditi, Italo-Graeci; nominati Itali dalla Regione, nella quale sono stati ricevuti, che è l’Italia, e Greci dal Rito, che in origine osservavano; siccome i nostri Italiani, commoranti in Costantinopoli vengono chiamati Italo-Graeci per la loro origine d’Italia da donde provengono, e Greci per la permanenza, che fanno in quella Capitale, Città Greca.

21. Quando poi questi Albanesi, ed Epiroti si ritirarono in Italia, per saperlo, bisogna supporre, come l’Albania, e l’Epiro furono di dominio dell’Illustre Casa Castriota,e che per morte di Giorgio Castriota, detto Scanderbegh, che in lingua Turca vuoi dire Alessandro Signore, e quindi l’Alessandria s’appella anche Scanderìa, i Turchi s’impadronirono di questi Regni, lo che tentarono più volte, e mai poterono ottenere, specialmente a tempo, che viveva Giorgio Castriota, Principe di tal valore, che dava loro col solo nome terrore, per le molte sconfitte: ma poichè egli morì a’ 17. Gennaro 1466. nella Città di Lisse, mancando il proprio capo, furono obligati i fuoi Figli cedere alla forza e con ciò fu fatta strage di questi Popoli; di maniera che, come scrive Paolo II. in una lettera a Filippo Duca di Borgogna, e si legge presso il Cardinal di Pavìa ep. 163. Abanenses partim caesi gladio sunt, partim in miseram servitutem abducti: Oppida, quae antehac pro nobis Turcharum substinuerunt impetus, in ditionem eorum venerunt, vicinae gentes, quae Adriaticum mare attingunt, propinquo metu exterritae tramunt, ubiq; maeror, ubiq; luctus, ubiq; mors, et captivitas ante oculos sunt. Audire miserum est, quanta omnium rerum sit conturbatio, lacrymabile inspicere navigia sugientium, ad italos portus appellere, familias quoque ergentes pulsas fedibus fuis passim sedere per littora, manusque in Caelum tendentes lamentationibus cuncta implere.

22. Cosicche, come si legge nel Dizionario Geografico del Martiniere verb. Albania, dopoche i Turchi si fecero Padroni di questo Paese, molti de’ suoi Abitanti scelsero di ritirarsi a Cattaro, e in altri luoghi a de’ Veneziani, o nell’Isole vicine. I più nobili se ne andarono nel Regno di Napoli. I Figliuoli di Giorgio si ricoverarono in Napoli sotto il Re Ferdinando, e furono fatti Marchesi di S. Angelo, e di Tripatela. Ferdinando Castriota, Marchese di S. Angelo morì nella battaglia di Pavia.

23. Su di ciò stimiamo doversi avvertire, che laddove il Martiniere asserisce, che le suddette Famiglie s’introdussero in detti luoghi a tempo del Re Ferdinando d’Aragona, debba intendersi, che ciò avvenisse a tempo di Ferdinando I. il quale regnò dal 1458. fin’all’anno 1494. quando essendo egli morto, gli fuccedè il Re Alfonso II. in questi Regni, e cosi resta corretto il Reggente Moles, il quale nelle sue Decisioni §.1. n.100. p.16. vuole, che s’introducessero questi Popoli in diverse Regioni del Regno, al tempo di Alfonso, e di Ferdinando I. Sunt in hoc Regno Villae aliquae ab exteris Regni, V.S. a Sclavonibus, Graecis, et Albanesibus incoluntur, quod a temporibus Regiones Re-