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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/502

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LIB IV. CAP. V. 401

✠ Ego Sennualdus Judex.
✠ Ego qui supra Jo: Judex signavi munu mea.
✠ Ego Vernardus Pacer me subscripsi.
✠ Signum manus Isebardi Filius Comiconi.

6. Si legge questo Istrumento di donazione presso il chiarissimo Muratori tom.2. delle cose d’Italia medii aevi dissertat. 19. col.15. e segg. col seguente titolo: Donatio Civitatis Gaudiae facta a Tesselgardo Comìte Larinensi Alberico Abbati Monasterii Tremitensis anno 1045. e si ritrova anche in copia nell’Archivio Episcopale di Larino, tra le scritture di questa Badìa di Tremiti.

7. Su di che dice il Muratori di sopra lodato Civitatem istam Gaudiam quispiam suspicatur non aliam ab ea, quae ab Anonymo Ravennate lib.4. cap.33. appellatur Gaudium, hoc est Caudia Hirpinorum Oppidum, e poi soggiunge: sed quod Civitas maritima censenda sìt ejusmodi suspicio inanis deprehenditur. An Civita a mare hoc nomine designetur, alii inquirant. Sicchè egli ributta, e con ragione il sentimento di chi asserisce, che questa Civita di cui si parla in detto Istrumento sia posta tra gl’Irpini, e sospende il suo giudizio in risolvere se questo luogo, del quale si favella nel suddetto Istrumento sia Città a mare, che egli chiama Civita a mare; e noi che siamo stati sulla faccia del luogo, e restiamo pienamente informati de’ confini, e situazione del luogo, chiamato in Diocesi di Larino Civita a mare, con tutta franchezza diciamo, che appunto egli è Civita a mare, di cui parliamo. Questo nostro sentimento si vede chiaro dalla situazione del luogo, posto vicino al Mare Adriatico per settentrione, onde si appella Civita a mare. L’altro confine orientale è il Frontone, oggi detto Fortore; e quest’appunto è il confine orientale della Diocesi di Larino, come più volte si è detto. Altri confini si enunciano in esso istrumento, come sono Vena de Causa, oggi detto Vena Aquosa, Ponte di Fortore, come sopra; e non può negarsi, che tutti questi luoghi siano in essa Diocesi, e di Vena Aquosa si parla nel cap.6. ove de’ Casali distrutti di Chieuti. Perchè poi in detto Istrumento questo luogo tenga l’appellazione di Civita, detta Gaudia, e non già di Civita a Mare, per ora non sappiamo rintracciarne l’origine.

8. Ritornando a parlare dell’origine di Civita amare, sembra che questo luogo abbia più lontani principj del Secolo XI. posciache si suppone già tale in questo Istrumento di sua concezione fatto in detto anno 1045. e conghietturiamo, che forse sia stato qualche luogo dell’antica Cliternia, o che abbia avuto i suoi principj colla sua distruzione, e se non ne parlano gl’antichi Geografi, e Lessìo grafi, ciò forsi, perchè in que’ tempi non fusse luogo considerabile, accresciuto appresso colla desolazione di Cliternia, o col scadimento di Larino, e nella sentenza del Cardinal Lombardo, come pure nelle Bolle de’ Papi Lucio III, e Innocenzo IV. che vuoi dire nel SecoloXII. e XIII. si nota Civita Marina, come uno de’ luoghi della Diocesi Larinese; e prima di questo se ne parla nelle Bolle di Nicolo II. dell’anno 1061. e di Alessandro III. dell’anno 1172. come uno de’ luoghi, confermati sotto il Monistero di Tremiti, ma col nome di Civitas de Mare, per quel che si è detto innanzi. Infatti l’Abate di Tremiti fin’ora s’intitola Principe di Civita a mare.