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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/596

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LIB IV. CAP. XI. 495

di S. Vito, S. Elena, Casale alto, Melanico, Farato, e maggiormente dalla distruzione di Montecalvo, e Tonnicchio, quali tutti vengono nominati in detta sentenza, e Bolle, e de’quali al presente appena li vedono pochi monumenti di fabbriche, come ne’ loro luoghi.

3. Possiamo conghietturare, che sia stata edificata, o fortificata a tempo della Regina Giovanna I. figlia di Carlo II. di Angiò, che regnò dall’anno 1343. e finì miseramente l’anno 1382. nel Castello di Muro. Questo nostro parere viene confermato dalle Reali insegne, che innalzava la medesima, le quali si vedono intagliate in marmo nella sopraddetta gran Torre.

4. Le fabbriche civili degli Abitatori sono molto comode col Palazzo Baronale, che attacca colla Torre, ben formato, e con tutti li comodi. Oltre al ricinto della Terra vi è un Suborgo contiguo dalla parte di Occidente di buone abitazioni. Il Territorio è fertile di ogni sorta di viveri, in particolare di grano, e ottimo vino in abbondanza, oltre al proprio bisogno, né mancano frutti di ogni specie. Nella numerazione de’ Fuochi del 1601. riferita dal Frezza erano 215. in quella del 1669. stampata dal de Bonis nel 1671. si dice Colletorto antico 231. e nuovo 216.

5. Non sappiamo da chi ella sia. stata posseduta ne’ primi suoi tempi, se non volessimo dire, che ne fussero possessori quei, che avevano il dominio de’ luoghi distrutti; è certo però, che in questi ultimi tempi ella andava collo Stato di Celenza de’ Signori Gambacorta, Duchi di Limatola, e di Celenza, otto miglia lontana da Colletorto, estinta questa Illustre Casa a nostro tempo, e nella situazione suddetta tra’ Feudatarj di Capitanata si legge: Ill. Carlo Gambacorta, Duca di Celenza per la Terra di Colletorto. Nell’anno 1704. passò con titolo di compra in persona del Signor D. Bartolomeo Rota, Patrizio di Cremona, e la possiede con titolo di Marchesato.

6. Il medesimo vi destina il Governatore per l’amministrazione della giustizia, e circa il di più si governa intorno all’Annona, e al pubblico peculio da tre Eletti, e da tre Sindaci, che si scelgono dal Padrone del luogo dal numero di dodici Cittadini, i quali si nominano dagli Eletti, e Sindaci vecchi in pubblico parlamento, che si fa ogni anno il 24. di Giugno, giorno solenne di S. Gio: Bartista, Titolare della Chiesa Matrice, e Padrone principale della Terra, e quello secondo l’antica costumanza, confermata tra li ventidue capi di un laudo, e arbitramento da Noi fatto, e pubblicato li 18. Febraro dell’anno 1730. per la destinazione avutane dal Sagro Real Conseglio sopra le antichissime differenze tra il Padrone del luogo, e l’Università. accettato dalle Partì in tutti i suoi capi, e successivamente confermato dal Sagro Real Consiglio, e dato alle stampe.

Della Chiesi Matrice.

7. Questa Chiesa sotto il titolo di S. Giovanni Battista, benché da Noi fusse stata trovata fabbricata di pietre quadrate; nientedimeno vedendosi fuori di proporzione, senza comodo, né di Coro, né di Sagrestia, e incapace rispetto al nu-