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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/637

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536 MEM. STOR. CIV. ED ECCL.


8. Il Padrone del luogo destina in questa Terra il Governatore per l’amministrazione della Giustizia, e in quanto al Peculio universale, e la sua Annona si governa dagl’Eletti, e Sindaci, che si prescelgono in pubblico Parlamento; e in essa è cosa particolare, che la giù risdizione della Bagli va, la quale è a ampiissima, si amministra dagli Uffiziali dell’Università.

9. Riapetto allo spirituale, dopo il dismembramento del Vescovado di Larino da Benevento, questa Terra fu ritenuta dagl’Arcivescovi, come luogo di loro Diocesi; ma poi riconosciuta dal Cardinal Lombardo, Arcivescovo di Benevento, per commissione di AlessandroIII. l’ nsussistenza di una tale preterizione, con sua Sentenza del 1175. fu restituita alla Santa Chiesa di Larino, dentro i confini della di cui Diocesi si ritrova, e da detto tempo incontrastabilmente è stata considerata, come al presente si considera, luogo di sua pertinenza, per quel, che si è detto nel lib. 3. cap.3. n.7. ove si legge distesa la detta Sentenza.

Della Chiesa Matrice.

10. Quanto, alle Chiese. La Matrice può mettersi a confronto di qualsisia ben formata Cattedrale. Nel nostro ingresso al governo di questa Diocesi fu da noi ritrovata terminata nel rustico, principiata da fondamenti a tempo di Monsignor Pianetti, Vescovo Predecessore, e a nostro tempo è stata terminata di tutto punto. Ella è formata a tre navi d’ordine toscano, si sale per una magnifica gradiata, avanti della quale si ritrova un Ballatoio, quanto appunto è la larghezza di detta Chiesa, benché senza sponde; e se la sua altezza fusse corrispondente al più della fabbrica, sarebbe totalmente magnifica, e senza eccezione.

11. Si vede in essa un Coro ampiissimo con suoi stalli, e in mezzo di quello la Sede del Vescovo, sotto il Trono lavorato, tutto di noce, oltre all’altra Sede Vescovile sotto il Trono, anche di noce, porta sul Presbyterio a lato del Vangelo.

12. Sta ella proveduta di quanto occorre, per il bisogno di una Chiesa Matrice, e Parrochiale, dove si officia ne’ suoi tempi da un competente numero di Porzionarj, secondo lo stabilimento fatto nel nostro Sinodo a vista delle rendite del suo Clero, in osservanza di ciò, che si era determinato nel nostro Sinodo, e poi cosi detto nel tit.2.c.4. nel terzo Concilio Provinciale Beneventano, celebrato dal S. Pontefice Benedetto XIII. come Arcivescovo Beneventano, che non mai volle lasciare la cura dell’antica sua amata Chiesa, dove anche noi intervenissimo.

13. In questa Chiesa s’ammira, sopra ogn’altra cosa, un magnifico Altare, che è lavorato tutto di scelto marmo, e commesso, fatto in Napoli dal diligente Artefice, Lorenzo Troccoli, a similitudine dell’Altar delle Monache della Concezione di Monte Calvario di Napoli, disegno del celebre Vaccaro, a foggia d’Urna con pradella, e scaglioni di marmo bianco, e fino, e il commesso de’ suoi gradini, che sono sopra la Mensa è formato di varie pietre non volgari, e da Napoli fatto trasportare in Morrone; è tale, che per esser fatto tutto quanto, si ritrova in detta Chiesa con pulizia, viene essla da que’ Popoli chiamata con volgare loro parlare lo Paradiso: vedendosi tra l’altre cose tutti gl’Altari fatti col di loro sfondo all’uso moderno Romano colle loro Pradelle, e Quadri della stessa misura, e tutti del medesimo pennello.