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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/636

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LIB IV. CAP. XVI. 535


4. Sia ciò come si voglia, certa cosa è, che a tempo de’ Longobardi, fu ella uno de’ loro luoghi cospicui, che si dominava dal proprio Conte, e tale, che aveva il nome di Città, e ne abbiamo testimoniania dalla Cronaca Cassinese dell’edizione del P. D. Angelo della Noce lib.2. cap.32. cap.54. e 66. leggendosi nel cap.54. che un tale Franco Prete, di origine Arpinate fe’ donazione al Monistero di Monte Casino della Chiesa di S. Angelo de Civitate Morrone, e nel detto cap.66. si dice, che Giovanni, e Ademario Comites de Civitate Marrone fecero donazione di alcuni beni al Monistero di Monte Casino, essendo Abate Teobaldo, quale governò dal 1022. fin’ all’anno 1035. quando non avevano ancora i Normanni posto piede in quella Regione, governandosi tuttavia da’ Longobardi.

5. In fatti, il ricinto delle fortissime muraglie, e la sua ampiezza fanno vedere sia stato luogo assai considerabile, capace di più migliaia di persone, e ben fortificato con un Cartello di uguale considerazione, come dimostrano i suoi vestigj; e basta dire, che in esso passò per qualche tempo le sue infelicità Giulio Cesare di Capua, secondogenito di Bartolomeo II. di tal nome, Conte di Altavilla a tempo della Regina. Giovanna II. maritata col Conte Giacomo della Marcia de’ Reali di Francia, della dolorosa Storia del quale, e suo fine parlono il Costanzo Istor. del Regno lib.12. e molti altri. Al presente vi sono le muraglie, benché non intere, con due porte principali, e le altre fabbriche civili sono comode per gli abitatori.

6. Come si è detto, questo fu Contado de’ Longobardi. Passò poi in dominio di Giuliano di Castropignano, e da questo in persona di Oderisio, figlio di Manerio, dal quale si possedeva sotto Guglielmo II [1153-1189]. detto il Buono, come nel Catalogo de’ Baroni di Carlo Borello p. 80. ove si legge: Odorisius filius Manerii tenet de eodem Comite Juliano de Castropiniano Morronum, et Casamtelendam, per Casacalenda,quod est sicut ipse dixit, Feudurn octo Militum. Appresso per le immense fortune dell’Illustre Casa di Capua, n’ebbe il dominio Giulio Cesare, di Capua, dalla quale fu posseduto per lungo pezzo di tempo. Fra questo tempo fu posseduto dalla Casa Carafa, come appresso, in parlarsi del Convento di S. Nazario de’ Minori Osservanti, ma non sappiamo di qual ramo di quella Illustre Casa, se non fusse quella del Duca di Jelzi, come supponiamo. Venne nella Famiglia Cevagrimaldi, e chi sa come! E Gio: Antonio Cevagrimaldi nel 1651. era tassato tra Baroni del Contado di Molise, come Possessore di Morrone, per quel, che si legge nella situazione de’ pagamenti Fiscali del 1. Settembre 1648. Indi si legge nella situazione del 1669. Illustre D. Scipione di Sangro per la Terra di Morrone, e attualmente si possiede da questa nobile Famiglia, che si rappresenta dal Signor D. Scipione Giuniore, Duca di Casacalenda, e Signore di altri Feudi, come altrove.

7. Nella situazione del 1626. si nota, che avesse Morrone vecchio fuochi 219. e nuovo 262. e in detta situazione del 1669. questa Terra viene tassata in fuochi 137. Al presente si abita dal numero di circa 1500. persone, e tra questi vi sono molti Professori di lettere, come Medici, Dottori nell’una, e l’altra Legge, Notaj, Giudici a’ contratti, Speziali, oltre a coloro, che si esercitano in altre arti mecaniche, e quali tutti di capacità, e di buon intendimento.