Vai al contenuto

Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/650

Da Wikisource.

LIB IV. CAP. XVIII. 549

trovassero due Città, cioè Kalena, e Gerione, non essendo questo distante dalla prima, che due miglia, come si è detto. nel lib.1. di queste nostre Memorie cap.5. num.2. se pure non volessimo dire, che colla distruzione di Kalena si fusse edificato Gerione sopra un monte, e in luogo più sicuro due miglia lontano, come sopra, e che vi fussero rimaste alcune case in quella di Kalena, e che colla distruzione di Gerione nuovamente abbia preso vigore Kalena col nome di Casacalenda, come al presente si appella; e sotto questo nome la vediamo notata tra i luoghi della Diocesi nelle Bolle di Lucio III. e d’Innoc. IV. più volte citate: e quantuntunque nel Catalogo de’ Baroni sotto Guglielmo II. detto il Buono, dato alle stampe da Carlo Borello pag.80. si legga: Oderisius Filius Maner. tenet Morronum, et Casamtelendam, ciò però lo supponiamo errore di stampa, dovendosi dire Casamcalendam.

2. Sta posta questa Terra con suo Borgo alla falda di un Colle, che va in declivo ad un fiumicello, chiamato Cigno, che nasce da varie parti, e sbocca nel Biferno, cioè l’abitato antico più in giù verso il fiume Cello, dal quale è lontano pochi passi, e il suo Borgo va salendo più in alto; tanto però sì l’uno, che l’altro è carrozzabile per essere il declivo assai agevole, e comodo. Ella è di uà aria perfettissima, perché ventilata quasi da tutte le parti, benché non abbia una gran scoperta di Paesi; tanto che in tempo di està quivi fa la sua residenza il Signor Duca di Casacalenda, D. Scipione dell’ lllustre Famiglia di Sangro con tutta la sua Casa, come hanno fatto alcuni de’ nostri Antecessori, e Noi ve la facessimo nell’està del 1727. per non esser lontano da Larino, che quattro miglia verso Settentrione. È tutta murata con sue porte, con buone fabbriche civili, e tra esse il Palazzo Baronale è ben formato, e comodo attaccato alla Chiesa Matrice, e sono state ristaurate queste fabbriche dal gran tremuoto del 1456. del quale parla S. Antonino in Cronic. part.3. tit.22. c.14. §.3. e Noi altrove.

3. Ha un ampiissimo Territorio tra colline, e pianure, e benché tutto coltivabile, si mantengono i boschi per comodo degli animali pecorini, e vaccini, e si fa industria de’ porci per le ghiande, che vi sono. E’ fertile di grani, e altre vettovaglie, vini, ottimi frutti, e d’ogni sorta, vi sono caccie, e abbonda di volatili. Per gli arbori di mori bianchi, e neri si fanno delle sete, né vi manca cosa, che sia necessaria in una Terra particolare per il proprio bisogno, e anche per somministrarne ad altri, e per la vicinanza de’ fiumi, e fiumicelli, oltre a’ pesci, e anguille, vi sono in alcuni tempi delle Trotte, e simili frutti di acqua.

4. Questa Terra, secondo le solite vicende, fu di dominio di molti Signori, per quel, che di sopra si è notato, un tempo fu di dominio di Odorisio, figlio di Manerio, come al num.1. e come riferisce il Ciarlante lib.5. cap.24. pag.517. fu posseduta da Giacomo da Montagano, e poi per sua ribellione a’ 23. di Novembre 1495. passò in persona di Andrea di Capua con Frusolone, Montagano, Guardia Alfiera, Castelluccio, Acqua burrona, Previdenti, Ripabudone per Ripabottoni, Campolieto, Chiavici, Limosano, Pietravalle, e altri. Al presente da molto tempo ne gode il dominio la suddetta Nobilissima Famiglia di Sangro, e per essa il Signor D. Scipione col titolo di Duca di Casacalenda, essendovi altre aggiunte delle suddette, cioè Providenti, e Campolieto, oltre a Mor-