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Pagina:Memorie storiche civili, ed ecclesiastiche della città, e diocesi di Larino.djvu/762

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Robertus Comes Comitum de Loretello forte Sacrum Tumulum venando detexit: & ex eo Corpus extractum ad Ecclesiam S. Maria in Pensili, constructam in Castro S. Martini venerabiliter, & solemniter translatus fuit. In qua precibus, & meritis ejusdem B. Leonis Confessoris Misericors Deus assidua beneficia largitur fidelibus fuis piè supplicantibus. Cui Laus, honor, & gloria in saecula saeculorum. Amen.

3. Lo stile, e maniera di scrivere, ci fa credere, che questa leggenda sia stata scritta nel secolo XII. e ciò sia come si voglia, non potendo controvertirsi la di lei sincerità, ritrovandosi tra i monumenti di essa Chiesa, e in quella di Larino, è certo, che unita alla fama, e a quello, che si rappresenta con detta Tavola, abbiamo, come si è detto, materia per parlare, se non abbastanza, almeno quanto sia necessario, per illustrare la Vita di questo glorioso Santo. Dando cominciamento dalla sua origine, fu egli nobile secundum carnem, come in detta leggenda. In essa non si parla del luogo della sua nascita, né del tempo preciso, in cui dal Signore Iddio fi dato al mondo; però la fama costante tra Frentani ci fa sapere, che nacque in Cliternia, Città antichissima, littorale tra’ Larinati, delle vicende della quale diffusamente si è parlato nel lib.I. cap.4. e poi nel lib.4. cap.4. s. Unico. come pure la fama medesima ci fa noto, che egli viveva nel fine del secolo X. e nel principio del secolo XI. quando fiorendo tra’ Larinati l’Ordine di S. Benedetto per i moltissimi Monasteri, e Celle, che si ritrovavano sparse in questa Diocesi, egli ne prese l’abito, «et inspirante Domino, factus est Monachus S. Benedicti in Monasterio S. Felicis, quod non longe a Cliterniano situm, erat», luogo costrutto dalle rovine di Cliternia, poi detto Cliterniano, e volgarmente Licchiarno, Licchiano, come ne’ luoghi di sopra accennati.

4. Non può dirsi diversamente intorno al tempo, che nacque, e visse questo glorioso Santo: poiché oltre alla fama si osserva nella leggenda, che «non multo post ipsius obitum Monasterium propter graves molestias, et mala plurima assiduorum bellorum, fuit a Monaebis derelictum, et ob terraemotuum frequentium magnitudinem, idem cum Ecclesia corruit, ubi ejus Corpus sub quodam Altari reverenter jacebat, Robertus Comes Comitum de Loretello forte Sacrum tumulum venando detexit». Imperciocche Roberto Comes Comitum de Loretello fu Normanno; ed è certo, che i Normanni cominciarono non prima, che nel principio del secolo XI. a molestare con guerre, prima contro Greci, e poi contro Longobardi; tantoche in fine gli riuscì cacciar via e gl’uni e gl’altri, e insignorirsi di tutte le Regioni, che ora compongono il nostro Regno, come si è detto nel lib.2. cap.8. e segg. e con tale occasione Loritello fu eretto in Contado, e passò in dominio di Roberto, come si è accennato nel lib.4. cap.I. n.4. e segg. e cap.8 n.2 e segg. Cosicche colle molestie delle guerre, e tremuoti, de’ quali parla il Polidori nel Commentario alla vita di S. Leone n.7. il Monastero di S. Felice restò abbandonato da’ Monaci, «et idem cum Ecclesia corruit», lo che non avvenne, che poco dopo la morte del nostro Santo come [ d.] leggenda.

5. Quanto alle sue virtù, e meriti l’Autore della leggenda dice, che fattosi Monaco «sancte vivens & in Sacerdotio conflitutus multum profecit multum profecit in assidua S. Evangelii praedicatione, & operatione virtutum, quare fervum fuum etiam