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LXXXI |
sione d’Italia, fatta a tempo di Augusto in XI. Regioni, che qui si nominano, restorono anche divisi i nostri Frentani, cioè dal Biferno in giù uniti co’ Dauni, e dal Biferno fino al fiume Aterno co’ Sanniti, e altri; e così continuorono coll’altra divisione, fatta un Secolo dopo da Adriano in XVII. Provincie, le quali parimente si numerano, colla mutazione de’ Magistrati, e che i Frentani, e Larinati dal Biferno in giù andando co’ Pugliesi, e Calabri, furono governati da un Correttore, e gli altri da un Preside, e poi sotto la più strepitosa divisione, fatta a tempo di Costantino Magno due secoli appresso, gli uni, e gli altri Popoli furono posti sotto il Vicario di Roma; ma con diverso Magidrato, cioè i Frentani Larinati co’ Pugliesi, e Calabri sotto il proprio Correttore, e gli altri sotto un Preside, e questa divisione fu fatta da Costantino per il trasferimento della Residenza degl’Imperadori in Costantinopoli; quando diviso l’Imperio in Orientale, e Occidentale, fu diviso anche il potere del Prefetto Pretorio in quattro parti. e l’Italia in due Vicariati, soggetti al medesimo Prefetto Pretorio d’Italia, uno detto Vicario di Roma, e l’altro Vicario d’Italia; e tra essi furono divise le Provincie, e prefero il nome di Urbicarie quelle, che restorono sottoposte al Vicario di Roma, come erano le nostre, e qui si numerano le Provincie soggette sì all’uno, che all’altro Vicario, e si spiega la qualità de’ Magistrati inferiori, loro officio, e dignità; e si parla dell’infestazione de’ Giudei, fatta allo Stato, e alla Religione, specialmente ne’ nostri Popoli, come pure ne’ Pugliesi, Calabri, e Sanniti, per cui Onorio Imperadore nell’anno 398. pubblicò una celebre Costituzione, colla quale fu ripresa la loro insolenza, e furono sottoposti a dure condizioni, come si legge nel Codice Teodosiano.
VIII. Si parla delle calamità, che cominciorono coll’introduzione degli Eruli, Visogoti, Ostrogoti, Goti, e loro innalzamento al Regno d’Italia, quale, ancorche non durasse, che per lo spazio di 63. anni, tanto però posero a fiamme, e fuoco tutto, e le nostre Regioni, quelle de’ Sanniti, Frentani, Dauni, e Calabri, vennero così maltrattate, che, discacciati dall’Italia per mezzo di Narsete, Giustiniano, prese le redini del governo, diede molte previdenze utili, a favore de’ negozianti de’ Pugliesi, e Calabri. Sino a questo tempo il governo quanto alla polizia con fu alterato; ma Longino Esarca di Ravenna avendo voluto dare altro regolamento all’Italia, fu causa, che tratto tratto i Greci ne venissero totalmente discacciati. Egli tolse dalle Città, e anche da Roma, i Consoli, i Correttori, c i Presidi, e vi destinò i Duchi, e i Giudici, per cui i Longobardi invitati da Narsete all’acquisto d’Italia per vendicarsi dell’ingiuria, fattagli da Sofia, moglie di Giustino II. quale vergognosamente lo depose dal governo d’Italia, ebbero campo di approfittarsi dell’invito: tantochè vi stabilirono il primo Re, stendendosi quasi da per tutto, e durò il loro Regno d’Italia fino a Desiderio, il quale, fatto prigioniero da Carlo Magno, fu l’ultimo, e da’ Longobardi passò il Regno d’Italia a’ Francesi.
IX. Per il tempo, che i Longobardi, ebbero il Regno d’Italia, continuò la, polizia del governo, introdotta da Longino, specialmente nelle Regioni, che compongono il Regno di Napoli. Quivi si esamina l’origine de’ Longobardi, loro acquisti, ed estinzione, e molto ci stendiamo in parlare di quei, che domina-