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LXXXII |
rono in Benevento, sotto il di cui Ducato venivano compresi gli uni, e gli altri Frentani sino al tempo, che i Francesi stabilirono in Chieti un Castaldo, quale per altro non durò, che per poco tempo. Parimente quivi qualche cosa si dice dell’introduzione de’ Bulgari nel Ducato di Benevento, e loro stabilimento; e sopratutto si parla delle dolorose Tragedie tra Longobardi, e Francesi, fino alla totale depressione de’ primi, che poi ebbero a soffrire coll’introduzione, e stabilimento de’ Normanni in tutte le Regioni, che compongono il Regno di Napoli sotto un Capo, con titolo di Re, che ottenne Ruggiero dalla Sede Apostolica, espulsi totalmente i Greci dalle medesime, restando il più dell’Italia diviso, e il titolo di Re, stabilito fin dalla venuta de’ Goti, quale poi fu posseduto dall’lmperadore d’Occidente fin dal tempo, che Leone III. divise l’Imperio Romano dall’Orientale, e che v’innalzò Carlo Magno, e da’ Francesi passò ne’ Tedeschi sotto gli Ottoni, indi nella Casa di Baviera, finalmente ne’ Sassoni: e quivi si parla de’ diversi avvenimenti tra le une, e le altre Nazioni, e loro Dominanti colle continue disavventure de’ Popoli d’Italia, e delle Regioni, che compongono il Regno, specialmente de’ Sanniti, Frentani, Pugliesi, e Calabri, tra’ quali dal primo fino all’ultimo, e in tutte le Stagioni fu un continuo teatro di guerre.
X. Nel libro terzo si contengono Memorie Civili, ed Ecclesiastiche, le quali riguardano unicamente la Città di Larino; e qui parlando delle Civili, in primo luogo si discorre delle rovine di questa Città, e come cominciassero dopo la caduta dell’Imperio Romano, fino a tanto, che morti, e fuggiti gli Abitatori, col scadimento de’ suoi Edificj, restasse totalmente desolata, e che que’ pochi Abitatori, lasciandolo in abbandono, si ritirarono in un luogo vicino, dove al presente si ritrovano, quale parimente tiene il nome di Larino, e si vuole, che in tempo, che Larino vecchio era in fiore, fusse abitato da Greci: come pure si parla degli infelici avvenimenti di questo nuovo Larino per i saccheggiamenti, ora degli Ungari, ora degli Agareni, per le pesti, tremuoti, e altre disgrazie.
XI. Si parla insieme di quei, che hanno signoreggiato in essa, facendosi vedere, come si governava dopo la caduta della Repubblica a tempo de’ Goti, e sotto i Longobardi, Duchi di Benevento, e che sempre vi presiede un Conte, ora in qualità di semplice Giudice, e ora in grado di Sovrano, a riserva di quel tempo, che fu sottoposto al Castaldo di Chieti, fino a tanto, che estinto il proprio Conte passò sotto il dominio de’ Conti di Loritello; e poi col stabilimento del proprio Re, e successiva estinzione di questo Contado di Loritello, passò sotto il dominio della Casa Orsini della linea di Napolione de’ Conti di Manupello, col titolo di Marchese di Larino; e colle disavventure, ed estinzione di questa linea, passò in dominio della Famiglia Pappacoda, poi di Brancia, appresso in quella di Carrafa de’ Principi di Belvedere, e finalmente nella Famiglia di Sangro, dalla quale attualmente si possiede. Similmente si parla delle Famiglie illustri di questa Città, e di alcune fin dal tempo della Repubblica, e tra quelle la Cluvenziana, l’Auria, e la Fabrizia, e poi delle altre appresso fino al tempo presente; e qui si fa vedere l’abbaglio preso da un moderno dotto Scrittore, nostro amico, volendo, che la Cluvenziana fusse Lavinate, e che la xiv. Orazione di Cicerone di sopra accennata, parli di Aulo Cluvenzio Avito Lavinate, e non Larinate, ben-