Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/111

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non esser lecita alcuna comunicazione o colloquio cogli scomunicati; per lo che l’ambasciatore Giustiniani si tornò in dietro. Intanto facevansi sul Trentino grandi apparecchi militari sotto la direzione principalmente del nostro Vescovo Giorgio, a cui Cesare come l’anno innanzi aveva anche in questo appoggiata la generale sovraintendenza degli affari. L’Imperator Massimiliano intorno alla metà di Maggio s’incamminò verso il Tirolo, e giunto ad Innsbruck scrisse li 18 dello stesso mese al nostro Vescovo una seconda lettera, nella quale gli chiede, che all’armata, che sarebbe arrivata in Trento il dì primo di Giugno, egli volesse aggiungere per maggior rinforzo della medesima settecento uomini ben armati de’ suoi sudditi.

Dopo essere stata presa dal Re di Francia Peschiera tutte le terre del Lago di Garda si davano parte al Re di Francia, e parte a Massimiliano. La città di Riva vedendo il pessimo stato, in cui erano le cose de’ Veneziani, risolvette di darsi spontaneamente al Vescovo Principe di Trento suo antico signore, ed a questo fine spedì a Trento i suoi Sindaci. Il Vescovo Giorgio inviò tosto a Riva il Decano del Capitolo Antonio de Fatis facendolo scortare dalle sue genti armate affinchè s’impadronisse di quella città. Dopo alcuni colloquj co’ Comandanti veneti e co’ cittadini di Riva, che volontariamente si diedero previa la conferma de’ loro antichi privilegi