Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/221

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quei contrabbandi, che si attrapperanno sui confini trentini: che il Sovrano del Tirolo ceda al Principe di Trento la giurisdizione di Castello nella Valle di Fiemme con tutti i luoghi e masi che le appartengono: che all’incontro il Principe di Trento debba cedere al Sovrano del Tirolo il Borgo trentino di Termeno situato in mezzo alla Valle dell’Adige, come pure la Signoria trentina di Levico.» Questo Trattato, che venne poi approvato e ratificato pur dal Capitolo, suscitò gravi lamenti in tutto il Principato di Trento, in vedersi tolta su tanti punti di confine quella libera introduzione ed estrazione di tutte le merci e derrate, e quella libertà di commercio, di cui aveva sempre goduto in passato, con essere stato assoggettato a tutte le leggi e tariffe austriache, e si tacciava perciò il nuovo Principe d’aver cercato solo l’accrescimento delle rendite della sua Camera, e d’avere al suo privato interesse sagrificato e posposto, l’interesse ed il bene del suo popolo, nè si mancava di dire ancora, ch’egli aveva fatto un cambio ben disuguale delle belle signorie di Termeno e di Levico coll’alpestre giurisdizione di Castello nella Valle di Fiemme; ma fu osservato a sua discolpa, che quando egli non avesse stipulato quel Trattato, l’Imperial Regia Corte aveva determinato di trattare tutti i sudditi trentini come stranieri riguardo a tutti gli oggetti di commercio, e di sottoporli a tutti i