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st’anno dall’analoga iscrizione, che io ho su quella scoperta nella facciata verso mezzogiorno. Egli soggiunse poscia: A me sembra, che quest’uomo insigne nè poteva, nè sapeva essere che grande e generoso in tutto. Anche lo stesso fasto puossi riconoscere da una grandezza d’animo, quando tutte le altre azioni a questo corrispondono, come effettivamente corrisposero in Bernardo. Mi sembra questi quel genio, che solo potè competere con quello di Leone X. senza bisogno di prenderselo per modello.

Al Capo XVI., ove è detto, che il Vescovo Principe Sigismondo Alfonso de Thunn ristaurò il Palazzo pretorio, come attesta la iscrizione affissa al Palazzo medesimo del seguente tenore: Hoc Episcopale Palatium vetustate collapsum restituit Sigismundus Alphonsus Episcopus Princepsque Tridenti et Brixinœ ex Comitibus de Thunn Anno Domini MDCLXXVI, il Sig. Conte Giovanelli avverte, che non fu già propriamente il Palazzo pretorio, che ristaurò Alfonso, il quale Palazzo fu mai sempre proprietà del Comune; ma Alfonso ristaurò quell’altra fabbrica al detto Palazzo annessa, ch’era una volta l’Episcopio, e sempre restò del Vescovo.... che se nella parte più vicina al Duomo l’iscrizione ivi posta lo nomina Episcopale Palatium, l’iscrizione posta all’altra parte verso settentrione ne indica la proprietà comunale così dicendo: Vetustate collapsum restituit S. P. Q. T.