Pagina:Memorie storiche della città e del territorio di Trento.djvu/56

Da Wikisource.
38 memorie storiche della città

Egnone dopo d’aver fatte le cessioni, di cui parliamo, siasi ritirato in Padova, e che il Vescovo Enrico dopo aver fatte le sue, o confermate quelle di Egnone siasi recato in Roma. Comunque di ciò siasi, certo è, che su queste donazioni o cessioni i Serenissimi Conti del Tirolo fondarono poscia il preteso loro diritto alla superiorità territoriale ossia alla sovrana autorità nel Principato di Trento, e che esse furono pur la cagione delle diverse occupazioni fatte nei susseguenti tempi dalle armi tirolesi del Vescovato di Trento, come vedremo a suo luogo.

Dopo la morte di Mainardo continuando i di lui figli a tener in loro potere i paesi e le terre trentine, ch’erano state occupate dal loro padre, venne anche contro di essi dal Papa Bonifacio VIII. scagliato il fulmine della scomunica, ma desiderando essi d’ottenerne l’assoluzione si determinarono di restituire al Vescovo Filippo tutti i paesi, ch’erano stati a di lui danno occupati, come rilevasi dal documento dell’anno 1302, in cui Bonifacio VIII. commette al Patriarca d’Aquileia d’assolvere dalle censure i tre figliuoli del Conte Mainardo, allorchè facciano al Vescovo Filippo la restituzione, che avevan promessa. Il documento è registrato per intero nel volume secondo delle Notizie istorico-critiche pag. 633 e segg. Convien credere, che il Vescovo Filippo abbia poi effettivamente ricuperato il libero possesso del suo Principato; poichè dal