debba contarsi tra le migliori: che l’aria vi è generalmente salubre, ma più o meno secondo l’altezza de’ villaggi soverchiamente sottile: che l’inverno vi è lungo, ed il freddo grande: che vi cade gran quantità di neve, e che vi si cominciano a scaldare le stufe alla fine d’Ottobre. Tutto questo è inesatto, e nella massima parte non vero. L’autore doveva distinguere l’Anaunia superiore dall’inferiore. Questo paese presenta tre differenti e diverse situazioni. V’hanno terre e villaggi, ove si coltivano viti e gelsi. Tali sono le pievi di Spor, di Denno, di Flavon, di Tassullo, di Cles, di Revò, di Vigo, e parte di quelle di Torra, e di Tajo, S. Zeno, Dambel, Cloz, e parte della pieve di Livo, ed in queste l’aria è più o meno temperata e mite. Altre son quelle, ove non allignano nè viti nè gelsi; ma ove le campagne sono fertili e feconde di grani. Tali sono le terre di Vervò e di Tres, le pievi di Corredo, di Smarano, di Romeno, Sarnonico, Fondo, Castelfondo, Arsio e Malè. Altre finalmente sono le terre, in cui non coltivansi nè viti, nè grani fuorchè in poca quantità, ma abbondano di prati e di pascoli, quali sono quelle della pieve d’Osana, ed alcune altre. Nelle prime l’aria è, come abbiam detto, temperata e mite, nè vi si scaldano le stufe che verso la metà di Novembre, e si cessa di riscaldarle alla fine di Marzo. Nelle seconde l’aria è più rigida che nelle prime, e più