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veteres appellaverint. Dice poi, che saluberrima vi è l’aria, ut nemo satis pro dignitate unquam laudaverit vitalem cœli temperiem, nemo abunde celebraverit beatam ejus terræ amœnitatem. Dice ch’è non minus clarorum virorum, et bonarum disciplinarum mater quam frugum; quis enim ingenia, clarosque viros narraverit, si quidem cum alibi tum in Germania præsertim et tota Italia compertum sit Anauniam multorum et nobilium virorum et fortium sedem esse. Una lunga descrizione con ampie lodi della Naunia fa pure il Mariani nella sua storia di Trento stampata l’anno 1673, e dei villaggi e delle terre, che la compongono, e dice, che dalla Valle di Non sono usciti uomini grandi e valorosi in armi, lettere, e prelature come anche al dì d’oggi vi sono soggetti insigni.

Passiam ora a far parola delle acque acidule o minerali, che sono nella Naunia. Sotto il villaggio di Pejo nella pieve d’Osana scaturisce una fonte d’acque minerali, delle quali scrisse ampiamente già nel secolo decimosettimo il Dottor fisico Arnoldo Blanchkenbach di Colonia: Quatuor abhinc annis, dice quest’autore, mira Dei providentia repertæ fuerunt, et singulari admodum Illustrissimi Domini Christophori Migatii industria, et solertia indigitatæ. V’ha un libro senza luogo di stampa e d’anno col titolo De admirando Dei dono, sive de facultatibus Acidularum in Valle Solis Episcopatus Tridentini repertarum.