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32 memorie storiche della città

pubblico. Fra le magnifiche e superbe opere consacrate all’utilità universale poche furono quelle, che abbiano resistito alle ingiurie del tempo e della barbarie; ma le loro maestose rovine sparse nell’Italia ed in tante altre provincie provano, a qual alto grado fosse giunta l’opulenza e la ricchezza pubblica. Anfiteatri, tempj, portici, bagni, acquedotti, ed altri superbi edifizj erano bensì opera per la più parte della magnificenza degli Imperatori; ma v’ebbero pur quegli eretti dalle città e dai cittadini o personaggi più doviziosi, che le loro ricchezze amavano d’impiegare in monumenti destinati all’utilità ed all’ornamento delle lor patrie.

Dacchè poi per legge dell’Imperatore Antonino Caracalla tutti i sudditi del dominio romano furono fatti cittadini di Roma, la carriera delle dignità e degli onori era aperta a tutti i sudditi dell’Impero egualmente, e tutti potevano correrla d’un passo eguale, qual che si fosse il paese o la contrada, in cui erano nati. I Galli, gl’Ispani, e generalmente gli uomini di merito di qualunque nazione ottenevan seggio nel Senato romano, comandavano delle legioni, e governavano delle provincie. Noi ne abbiamo nelle nostre parti un esempio in Sesto Festo Rufo, il quale per testimonianza d’Amiano Marcellino era Trentino, e che salì alle prime dignità dell’Impero, e fu Proconsole dell’Asia sotto