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e del territorio di trento | 31 |
teva accadere, che alcuna di esse soffrisse talvolta qualche abuso d’autorità per parte di qualche proconsole o governatore; ma il principio del governo non era che il benessere e la felicità de’ popoli. L’Oriente era già da lungo tempo in possesso delle arti, ed era pieno di ricchezze e di lusso. Le provincie occidentali dell’Impero, che prima d’esser conquistate erano rozze, incolte, e barbare, ricevettero ben tosto da Roma insieme colle leggi la pulitezza, le scienze, e le arti. La lingua di Cicerone e di Virgilio divenne universale non solo in Italia, ma nella Spagna, nelle Gallie, nella Bretagna, nella Pannonia, e nell’Africa. Tra tutti i mezzi, che il Senato romano impiegò, onde mantenere ubbidienti e fedeli tante, e sì diverse, e sì rimote nazioni, egli sentì, che il più possente e più sicuro d’ogn’altro era quello di far amare a’ popoli vinti il nuovo governo, con rendere lo stato e la condizione loro migliore di quella, in cui prima trovavansi, con far fiorire per tutto l’agricoltura, le arti, il commercio, e con far regnare le leggi, l’ordine pubblico, e la giustizia. Quindi universali erano l’opulenza, e la ricchezza, e la prosperità de’ popoli, conseguenze della sapienza e moderazion del governo.
Le ricchezze però non tutte venivano consumate in vane spese, o in vane ed inutili pompe; perchè impiegate pur erano all’abbellimento delle città, ed al bene e vantaggio