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Quest’arcipretura possedeva una cascina a S. Stefano Belbo che era dote del benefizio semplice denominato la Madonna di Fogliano, stato aggregato alla parrocchia di Ceva nel 1514, dal sommo Pontefice Leone X, come si ricava dal libro rosso della Curia d’Alba.

Siccome questa cascina per la lontananza da Ceva, dandosi in affittamento andava sempre peggiorando, ed il prodotto che se ne ricavava arrivava appena alle lire 600, dedotti i pesi, si fece ricorso alla santa Sede per ottenere la facoltà d’alienarla, impiegando il prezzo della medesima o in censi od in acquisto di stabili più vicini a Ceva.

La Sacra Congregazione dei vescovi e regolari con decreto delli 28 febbraio 1845 autorizzò questa vendita. Si fecero dalla Curia d’Alba i necessarii incumbenti, ed il prezzo della cascina posto all’incanto, ascese alla somma di trentamila settecento e ventiquattro franchi.

Siccome questa cascina e benefizio, era gravata di una messa ebdomadaria, s’impiegarono ll. 2120, a benefizio dell’arciprete di S. Stefano Belbo per l’adempimento di questo legato. La restante somma si lasciò a mani dell’acquisitore notoriamente risponsale, e s’impiegherà quando gli affari ecclesiastici saranno sistemati.

Son proprie della stessa arcipretura tre piccole cascine

    ed avviato a Genova. Nel 1834 vi fu ricevuto monsignor Monale vescovo di Mondovì, e nello stesso anno vi si fermarono monsignor Piratoni vescovo d’Albenga e monsignor Agnini vescovo di Sarzana. L’anno dopo vi fu ospitato monsignor Carchero vescovo d’Ogliastra in Sardegna. Vi alloggiò più volte monsignor Ghilardi vescovo di Mondovì, e nel 1845 monsignor Contratto vescovo d’Acqui. Qualche tempo dopo vi pernottò monsignor Gianotti vescovo di Saluzzo, e li 11 luglio 1847 vi pranzò reduce da Roma monsignor Calabiana vescovo di Casale. Li 9 settembre 1853 pranzò in questa canonica S. E. il conte Cesare Saluzzo diretto per Monesiglio. Fu l’ultimo viaggio che fè in vita sua. La mattina delli 9 successivo ottobre ripassò per Ceva freddo cadavere.

    Addì 25 luglio 1855, i principi Umberto ed Amedeo di Savoia visitarono in questa canonica un piccolo museo d’istoria naturale.