Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/213

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Che però la detta cappella ed altare, dove ritrovasi, non essendo abbastanza decente, gli esponenti bramerebbero di ergere altra cappella ed altare più convenienti ad una statua sì antica e miracolosa, oppure di meglio adornarne quella, ove attualmente ritrovasi, mancando questa chiesa collegiata quasi d’ogni sorta di reddito e non avendo altro mezzo per eseguire il pio desiderio, hanno pensato di ricorrere ai piedi del Trono di V. S. R. M.

Umilmente supplicandola a voler accordar loro benignamente una qualche somma od annua pensione per essere intieramente impiegata ad onor della statua che si gloriano di conservare come propria della V. S. R. M.1

La R. Segreteria di Stato rispose a questa supplica in data 3 settembre 1825 con un semplice non farsi luogo, e così sparirono gli stabili, i sacri arredi, e le argenterie di cui era padrona questa chiesa2.

  1. In questa supplica si notò l’anno del giubileo 1483 concesso dal Papa Innocenzo VIII di casa Cibo genovese, ma falsamente, perchè questo Sommo Pontefice fu creato solo nel 1484 ai 29 d’agosto, come si ha dal Ciaconio e da Altri, e morto ai 25 luglio 1492, e non si badò al trina e tribus, che sembrano indicare tre volte tre, cioè nove, o tre con altri tre. (A. B.)
  2. Nei manoscritti dell’abate Sclavo trovasi un documento interessante riguardante questa Cappella del forte del tenore seguente:
    1503 indict. X. die undecima octobris. Rev. in Xp̄o. Pater D. Raphael ex marchionibus Cevae Dei et Apostolica Sedis gratia, Episcopio Melphitanus, nominavit D. Andream Episcopum Albanensem, adveniente obitu honorabilis Domini Jacqueti de Judicibus, Ecclesiae seu heremitorii S. Mariae de Guardia, de Ceva Albanensis Dioecesis perpetui Vicarii, venerabilem virum Dominum Hyeronimum de Clavellis etiam de Ceva, clericum in corporalem realemque possessionem eiusdem Ecclesiae seu heremitorii jurium et pertinentiarum, ejus inducendum....
    Acta fuerunt haec Romae, in domo habitationis dicti Domini Episcopi constituentis, praesentibus Dominis Amareto de Amaretis Canonico Paduano, et fratre Vincentio de Pratis Ordinis Praedicatorum, et ego Gulielmus de Rozo clericus Cenomanensis. Da Bove not.