Pagina:Memorie storiche della città e marchesato di Ceva.djvu/58

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parrocchiale, le case dei canonici, il palazzo Marchionale, e varie altre abitazioni, non aveva che una porta verso levante munita di un ponte levatoio.

Assediarono i Milanesi il Castello e la Città restando così intercettata ogni entrata di viveri. Non avendo i Cevesi sufficienti mezzi da far resistenza, privi al di fuori di soccorso, dovettero arrendersi a discrezione del nemico, il quale occupò il castello, che venne maggiormente fortificato, e presero alloggio nelle case sottostanti della contrada Franca.

Non tardarono questi nuovi ospiti a diventar molesti ai cittadini. All’arroganza di vincitori univano l’orgoglio Lombardo, e maltrattavano con modi prepotenti, inurbani ed indisciplinati, s’inimicavano ogni giorno più la popolazione.

Stanchi finalmente i Marchesi e la cittadinanza del giogo di quest’insolente soldatesca, dopo tre anni d’oppressione risolsero di liberarsene.

La notte precedente il Natale del 1355 si tenne consiglio dai Marchesi e dai principali fra i cittadini di Ceva nel refettorio dei Padri Minori Conventuali di S. Francesco. Questo trovavasi in allora al di là del Tanaro e della bealera del molino dove ora trovasi la cascina denominata S. Francesco il Vecchio. Questo convento faceva parte del borgo della Torretta che stendevasi per quella pianura e che fu poi distrutto da furiose inondazioni come altrove si vedrà.

Intervennero a questo notturno congresso il marchese Bonifacio Signore di Garessio, Priola, Ormea e Monasterolo; Oddone di lui fratello signor di S. Michele, Castellino, Igliano, e Battifollo; Giorgino signor di Bagnasco, Nuceto, Viola, Lisio e Pamparato; Girardo signor di Priero, Sale, Montezemolo e Castelnuovo; Cristoforo e Giacomo fratelli signori di Lesegno, Montegrosso, Roascio e Torricella. Fra i borghesi di Ceva vi presero parte Pellegrino Salimbeni giurisconsulto e podestà, Simone Rogero, Simone Strata, Antonio De Carlino, Oddone Vercellone, Pagano di Cantacrava, Enrico Mina, Guglielmo della Torre e Giacomo De Molino.