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Furono uccisi otto soldati che erano di sentinella alla porta.

I cittadini di Ceva assediarono le case ove si trovavano alloggiati i Lombardi, li presero prigionieri con ferire ed uccidere chi faceva loro resistenza.

Il capitano del presidio Cristoforo Malatesta scosso al fragor dell’armi, ed al gridar dei combattenti uscì furioso dal proprio quartiere impugnando una lancia, e fortemente gridando. Vi si avventa coraggiosamente certo Agostino Zoppo di Priero, gli strappa di mano la lancia e con essa lo passa da parte a parte, ed il misero capitano cadde estinto nanti la porta maggiore della Chiesa della collegiale parrocchia denominata S. Maria del Castello.

Non si tardò a far prigioniera tutta la guarnigione che fu radunata sulla spianata del Broglio.

Fu accompagnata disarmata sino alla Bastia, di dove andò a raggiungere in Alba i suoi commilitoni, trentadue Milanesi restarono in questo conflitto, parte morti, parte mortalmente feriti e 347 furono quelli che li scortarono sino alla Bastia.

Si diede prova in questo conflitto di sentimenti di umanità e di commiserazione per parte dei vincitori, che risparmiarono per quanto si potè il sangue dei vinti.

Ad esempio dei Cevesi, i Mondoviti, i Cuneesi, e gli Albesi, cacciarono pure dalle loro terre i troppo molesti loro ospiti.

Il signor Abate Sclavo per prova di questo fatto cita gli atti criminali del fisco Marchionale concepiti in questi termini:

.....Qui omnes, sonitu campanae Solaiae, ad invicem appropinquantes dominus Oddonus ex una parte (occidentis) cum centum balistrariis, dominus Gerarduscum centum quinquaginta fustibulariis ex alia adversus burgum inferiorem appressi sunt castrum, et dominus Jacobus cum centum quinquaginta cataplicactis, ascendens per murum inferiorem prope portam ipsius castri, primo impetu occidit milites octo custo-