Pagina:Memorie storiche di Arona e del suo castello.djvu/83

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e del suo castello - libro terzo 69

suo legato nell’anno 1264 il Cardinale Ottaviano degli Ubaldini, nell’intento di favorire l’elezione di quello che veniva designato dal partito dei’ nobili.

Martino rendeva vana la missione del cardinale legato, costringendolo con apparente cortesìa ad uscire da Milano. Il Sommo Pontefice nell’anno seguente, per attraversare a sua posta i progetti di Martino, nominò arcivescovo il detto arcidiacono Ottone Visconti: « Uomo (dice il Verri) che il cardinale legato aveva riconosciuto in Francia smanioso per comandare, violento; uomo insomma capace ad abbattere il potere dei Torriani tosto che ne avesse i mezzi. » 1 La dignità arcivescovile fu lunga pezza per Ottone un nome vano, poichè Martino Della Torre ed i successori suoi lo tennero costantemente esule dalla città, occupando i beni della mensa arcivescovile: ma l’animo impetuoso di Ottone non dormiva al certo durante il suo esilio, anzi poneva ogni opera in campo per riacquistare il possesso dell’arcivescovado, chè tanto Arona, quanto i contorni ne provarono i più funesti effetti.

Più colle altrui, che colle mie parole narrerò il primo avvenimento di questo arcivescovo relativo ad Arona. Adunato nel 1263 un buon numero di nobili milanesi proscritti 2, entrò con essi improvvisamente in Arona nel primo giorno di aprile. Allorchè giunse a Milano la notizia di quest’occupazione, il marchese Oberto Pallavicino coi signori Della Torre, corse prestamente per ricuperare la piazza. Passato il Ticino con una forte mano di armati, fece assediare Arona per terra, mentre egli avendo radunata

  1. Il conte Verri, Storia di Milano, tom. II, cap. 10.
  2. Giulini, tom. VIII, lib. LVI.