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grande quantità di navi, prese ad assalirla dalla parte del lago. Per tutto quel mese l’arcivescovo difese la fortezza, ma non gli fu possibile resistere d’avvantaggio. Trovò egli per altro il modo di fuggirsene coi nobili che l’avevano seguìto, lasciando nel luogo i soli abitanti, i quali preferita l’individuale salvezza agli interessi di chi sopra di loro voleva dominare, tosto si arresero1. Il castello alli cinque di maggio fu demolito, e lo stesso seguì di quelli di Angera e di Brebbia, che erano di pertinenza dell’arcivescovo di Milano. La demolizione però di questo castello non deve essere stata tanto forte, giacchè si raccoglie, che da lì a non molto fu ristaurato e posto di nuovo in istato di difesa. Non tralasciò Ottone dal tentare entro pochi anni nuove imprese per ricuperare le terre del suo dominio, chè approfitando egli della morte di Gregorio X, seguita in Arezzo, ed accordatosi col partito contrario aî Torriani, assoldò (correva l’anno 1276) un corpo di milizia nella Lomellina, e portatosi sul lago Maggiore, ogni castello gli aperse le porte, tranne quelli di Arona e di Angera, che gli fu forza di espugnare2. Dipoi passò nel Seprio3. Non andò però molto, che valorose scorte tedesche, sotto il comando di Cassone, figlio di Nappo Della Torre, si avvicinarono verso Angera sino al fiume Guassera (ora chiamato Quassa) che corre nelle vicinanze di Angera, e sbocca nel lago Maggiore. Gottifredo di Langosco , che comandava le truppe di Ottone sulla destra sponda del fiume, intesa la venuta dei

  1. Anno 1263 obsessa a populo mediolanensi Arona fuit, ac erepta Othoni archiepiscopo. Il Muratori.
  2. Azario, cronaca pag. 8.
  3. Paolo Giovio nella vita dei XII Visconti.