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e del suo castello - libro terzo |
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nemici, disponeva i suoi in ordinanza, attendendo il momento propizio per assalire i Torriani. Spintosi avanti nel fiume Anzio Lanser, capitano dei tedeschi al soldo dei Torriani, Gottifredo spronato il cavallo, lo assalì passandolo colla lancia, e ciò servi ad incoraggiare i suoi soldati per moversi contro i tedeschi; ma nella mischia che con molto calore si attaccò da ambe le squadre verso quel finme, spaventatosi il cavallo di Gottifredo, restò preso dai Torriani; per il che perdutisi d’animo i suoi, si misero con disordine in fuga, sempre inseguiti dai Torriani. Teobaldo Visconte, fratello di Ottone, è stato preso in questa mischia con altri gentiluomini, i quali poi per la crudeltà di Nappo, e si dice anche di sua moglie, furono collo stesso Gottifredo decapitati a Gallarate1. Per questo fatto Arona ed Angera vennero di bel nuovo in potere dei Torriani. I posteriori avvenimenti, e specialmente la rotta di Ottone a Castelseprio, ruinarono intieramente le sue squadre, onde ritiratosi a stento a Canobbio, colà con Simone Rusca da Locarno, e con gli aiuti di Guglielmo marchese di Monferrato, con cui si era alleato2, attese a far gente per irrompere di nuovo contro i Torriani, disposto avendo che Simone governasse le genti sulle navi, e Guglielmo quelle di terra. La rocca di Angera, già dopo l’ultima rovina ristorata, benchè dopo i fatti di Castelseprio venisse guardata con gelosia dai Torriani, all’approssimarsi di Ottone e di Simone da Locarno, si arrese a’ patti. Quindi l’armata Ottoniana si volse ad Arona, che per la fortezza del sito, si stimava
- ↑ Giovio sopracitato.
- ↑ Denina, Storia dell’Italia occidentale, tom. I, cap. 5, ed il Corio parte II.