Pagina:Memorie storiche di Arona e del suo castello.djvu/85

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e del suo castello - libro terzo 71

nemici, disponeva i suoi in ordinanza, attendendo il momento propizio per assalire i Torriani. Spintosi avanti nel fiume Anzio Lanser, capitano dei tedeschi al soldo dei Torriani, Gottifredo spronato il cavallo, lo assalì passandolo colla lancia, e ciò servi ad incoraggiare i suoi soldati per moversi contro i tedeschi; ma nella mischia che con molto calore si attaccò da ambe le squadre verso quel finme, spaventatosi il cavallo di Gottifredo, restò preso dai Torriani; per il che perdutisi d’animo i suoi, si misero con disordine in fuga, sempre inseguiti dai Torriani. Teobaldo Visconte, fratello di Ottone, è stato preso in questa mischia con altri gentiluomini, i quali poi per la crudeltà di Nappo, e si dice anche di sua moglie, furono collo stesso Gottifredo decapitati a Gallarate1. Per questo fatto Arona ed Angera vennero di bel nuovo in potere dei Torriani. I posteriori avvenimenti, e specialmente la rotta di Ottone a Castelseprio, ruinarono intieramente le sue squadre, onde ritiratosi a stento a Canobbio, colà con Simone Rusca da Locarno, e con gli aiuti di Guglielmo marchese di Monferrato, con cui si era alleato2, attese a far gente per irrompere di nuovo contro i Torriani, disposto avendo che Simone governasse le genti sulle navi, e Guglielmo quelle di terra. La rocca di Angera, già dopo l’ultima rovina ristorata, benchè dopo i fatti di Castelseprio venisse guardata con gelosia dai Torriani, all’approssimarsi di Ottone e di Simone da Locarno, si arrese a’ patti. Quindi l’armata Ottoniana si volse ad Arona, che per la fortezza del sito, si stimava

  1. Giovio sopracitato.
  2. Denina, Storia dell’Italia occidentale, tom. I, cap. 5, ed il Corio parte II.