Pagina:Memorie storiche di Arona e del suo castello.djvu/88

Da Wikisource.
74 memorie storiche di arona

che è più rimarchevole si è che la giustizia rendevasi non già a nome del popolo milanese, ma sempre del popolo di Arona: Auctoritatem communis Arone interponente. Con quali leggi poi Arona si regolasse, come terra separata dall’egro e ducato Milanese, non è facile indicarlo. È regola che i paesi conquistati debbano osservare le leggi che gli impone il conquistatore. Reggevasi il territorio milanese colla scorta delle consuetudini particolari state per gran tempo le regolatrici dei giudizii, e che non esistevano che nella memoria di certi uomini chiamati morum periti. Appena nell’anno 1216 si giudicò necessario il porle in iscritto e ne fu compilato un libro intitolato Consuetudines Mediolani1 da cui ebbero principio gli statuti di quel ducato, stati poi riordinati da Giovanni Galeazzo Visconti nel 1396, e successivamente da Lodovico Sforza nel 1498. Dal vedere praticate in Arona alcune abitudini in tutto consimili a quelle usate nell’agro milanese, è forza il dire, che siasi assoggettata all’osservanza delle consuetudini di quel ducato. Era portato dalle prime per esempio l’uso di adoperare due sorta di pesi dette libbra, l’una chiamata giusta ed era di once ventotto, e l’altra sì appellava sottile, e constava di once dodici2». Si sono questi pesi costantemente adoperati, e si usano tuttavia in Arona. Le solennità nelle stipulazioni delle femmine, la rivendicazione dei beni paterni, la regola delle servitù urbane e rustiche, e di alcuni contratti, e tante altre pratiche forensi sino ai giorni nostri osservate sono senza dubbio il frutto di una servile imitazione degli usi e delle consuetudini del popolo conquistatore di Arona, passate poi

  1. Il conte Giulini, tom. V, pag. 78.
  2. Lo stesso, tom. VII, pag. 328.