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DI LIONARDO DA VINCI. 167

teggiamenti sì della Madre che del Bambino.

D’altri quadri vinciani in tela ho inteso farsi menzione, e nominatamente d’un ritratto della regina Giovanna ch’era in casa Barberini, ma non avendone una notizia precisa stimo più opportuno il tacerne.

Fra le pitture vinciesche convien pur commemorare quello che Lionardo fece a pastello, poichè sappiamo dal Lomazzo che così egli talora dipingeva, e dipinse di fatto le teste de’ dodici Apostoli, e del Salvatore1. Così da lui pinti a pastello ha due bellissimi piedi il mentovato Appiani; e un’immagine della Vergine di figura quasi al naturale abbiamo ancora nella galleria nostra, che opera sua vien riputata.

XLIII. Più numerosi senza dubbio, anzi innumerevoli, possiamo dire che sono i disegni di Lionardo. Fra questi i più ragguardevoli sono i cartoni; e certamente tanti deve averne fatti quanti furono le sue grandi tavole o pitture sul muro. Perdemmo quello d’Adamo ed Eva ch’ei fece in Firenze, essendo ancor giovane. Perirono tra le fiamme i bei cartoni degli ignudi del Questor Melzo. Non sappiamo ove siano i cartoni che servirono a Salaino, e a Luino il seniore per le mentovate loro tavole.


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