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Pagina:Memorie storiche sulla città Sabazia ora Lago Sabatino.pdf/27

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allora maggiormente afflitta ed oppressa dall ’ iniquo Imperatore Federico II. e dal suo figlio Corrado ( 1 ). Comunque sia è certo che l’uso di benedir la Rosa Aurea è antichissimo, e che non venivano decorati di questa se non personaggi di alta stirpe come monarchi, e quelli soltanto nobilissimi che avevano prestato luminosi servigi alla S. Sede, per cui il Pontefice S. Leone IX. si mosse a concedere o a confermare al principe Lodovico il Vecchio questo grande onore, perchè ribellatosi a lui e alla Chiesa un principal Signore romano, egli colla potenza sua somma si portò valorosamente in favore della S. Sede, e represse l’ardire di quel Barone, per cui il Pontefice ordinò con breve che ogni anno nella Pentecoste si dovesse benedire una Rosa e darsi al principal Barone di Casa Orsini, onde nell’anno 1052. fu con tale decorazione distinto il suddetto Lodovico. La rosa infatti è la principale insegna di questa nobilissima Casa; anche il ramo che signoreggiò queste nostre contrade alzava lo stemma ornato con due rose, tre sbarre, e due orsi che lo sostenevano; come tuttavia si vede in quello dell’ingresso alla rocca, sulla porta del paese, e nell’altro più magnifico e maestoso riportato in principio dello Statuto locale scritto in pergamena. Non fù però simile al precedente tanto nelle qualità morali, che nelle virtuose sue gesta l’altro Lodovico Orsini discendente dalla linea dei Duchi di Monte-rotondo, il quale sotto il pontificato di Gregorio XIII. macchiò non poco il suo nobilissimo ordine nell’assassinio da lui stesso commesso in compagnia di altri sgherri nella persona del Vitelli nobile romano, per avere questi cooperato di concerto col Governatore di Roma Vincenzo Portico alla carcerazione di un certo contumace di Monte-rotondo, che si era nascosto nel palazzo del suddetto Lodovico, e che di fatti fù dal bargello con buon numero di birri arrestato senza aver punto riguardo ad una così rispettabile famiglia. Mentre lo conducevano prigione s’incontrò con Raimondo Orsini fratello di Lodovico, e Ottavio de’Rustici e Silla Savelli nel ritorno che facevano da una cavalcata. Questi tre cavalieri della più altà nobiltà romana mal soffrendo un insulto, che erasi fatto alla franchigia, che godeva la Casa Orsini tentarono di liberarlo dalle mani di questa canaglia, ma essendosi riscaldata la zuffa si venne all’armi, e i suddetti tre Cavalieri restarono vittime sventurate di morte, poichè il Rustici spirò dopo due ore, il Savelli nella vegnente notte, e Raimondo dopo tre gior-

(4) Essi furono uno dopo l’altro avvelenati o strangolati dall’empio Manfredi, bastardo vile e solo nell’empietà legittimo parto di Federico, il quale accecato dall’ambizione di regnar solo sul trono di Napoli si fece carnefice del proprio padre e quindi del fratello, per cui annientata così ed estinta la stirpe legittima di Federico non restò che una spuria propagine a produr triboli e spine alla chiesa di Dio, e ai suoi santi pontefici.