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di onore anche solo gli scudi di varie forme sui monumenti. Così questi due giovinetti, camilli, portan gli scudi quale insegne guerresche per simbolo del trionfo. Forse con la destra reggevano pure la lancia astata.

All’epoca di Rossi, come ho detto sopra, qui si arrestava la parte visibile di questo lato del fregio, essendo coperto il rimanente dalle fabbriche della casa Parziale; ma oggi ne vediamo il prosieguo, che qui appresso descriverò.

Segue un popo, identico a quelli che abbiamo visti già nel quadro del sacrifizio sotto il fornice (Tav. XXI), con tutto il torace e le braccia denudati, con una corta veste frangiata stretta alla vita da una fascia, e cadente sino al ginocchio; con la guaina dei coltelli al fianco destro. Egli, secondo la sua attribuzione1, conduce per la briglia una vittima, che in questo caso è un bel toro, scolpito egregiamente, quasi in tutto rilievo, portante sul dorso una stola riccamente ornata e frangiata che gli pende fin al di sotto della pancia, ed al collo il capestro, col quale il popo lo guidava con cautela e dolcezza, riguardandosi come segno di cattivo augurio ogni moto, men che regolare, della vittima2.

Un’altra figura, simile alla precedente, è scolpita in minor rilievo sul lato sinistro del toro; nel disegno non la si discerne per un ciuffo d’erbe cresciuto in questo sito, e che non si ebbe la diligenza di togliere nel ritrarre la fotografia; è un vittimario, col capo laureato e recante nella destra distesa una specie di grosso cilindro come nell’atto di percuoter la vittima.

Gli va appresso un altro vittimario, con eguale veste frangiata degli altri due dalla cintola ai ginocchi, con la guaina dei coltelli al fianco destro, e col capo laureato, reggente sull’omero sinistro un vase senza manico, specie di pignatta, detto pátera, ove, per lo più, riponevasi il sangue della vittima.

Poi viene un altro gruppo di popo, toro e due vittimarii come quelli descritti, con la differenza soltanto che il vittimario procedente alla sinistra della vittima porta sull’omero sinistro una grossa scure con lungo manico.

  1. Ferdinando Secondo, op. cit. tom. II. pag. 56.
  2.  Id. id. pag. 65.