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294 via appia da benevento a brindisi


Non so per quale ragione Pratilli1 lo metta alla distanza del VI° o VII° milliario da Benevento, mentre, come abbiam veduto, la Tavola Peutingeriana lo segna al X°, il quale da me è stato verificato esatto2.

Passata sulla sponda destra del Calore, la via prendeva a salire la contrada i Morroni, ove fu certo un pago romano, ed ove frequenti sono i ruderi di antichi edifizii e le scoverte di antichità; e senz’altro dirige vasi ad Eclano, città d’importanza, la quale surse nel luogo oggi detto le Grotte, a poca distanza da Mirabella3. Secondo la Tavola Peutingeriana la via passava di poi alle stazioni sub Romula, Aquilonia, Ponte Anfidi, Venusie, Silvium Sablubatia, ecc.; in altri termini percorreva l’itinerario che descrive Strabone.

Poggiandosi su questi elementi, Pratilli4 è di parere che questa sia stata la vera e propria continuazione dell’Appia da Benevento a Brindisi per Uria; la quale via è segnata pure dall’itinerario di Antonino ad un di presso con le medesime stazioni. Tenne la stessa opinione D’Anville, asserendo che Strabone abbia parlato chiaramente di questa via, che fe’ passare per Venosa e congiungere a Benevento con l’Egnazia5. Ma altri combattono i citati autori, poggiandosi sull’autorità della Satira Va di Orazio, nella quale questi descrive il suo viaggio da Roma a Brindisi per Benevento. Orazio percorse un tratto dell’Appia di Strabone da Benevento ad Eclano, perchè ei ci dice che passò la prima notte dopo la partenza da Benevento nella villa di Trevico, il quale rimane sulla sinistra di quello.

.... nisi nos vicina Trivici Villa recepisset ..

È indubitato pure che non si diresse di poi a Venosa, sua patria, ma a Canosa, passando, a ventiquattro miglia da Trevico, per un villaggio che non può nominare per ostacolo del metro, e che dice fondato da Diomede. Ivi era pessima acqua, ma ottimo

  1. Op. cit. pag. 452.
  2. Pag. 291.
  3. Corcia, op. cit. tom. 2. pag. 507.
  4. Op. cit. pag. 427 e seg.
  5. Op. cit. pag. 237.