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un’altra via, che chiama grande Via Traiana, la quale dalle Saline sull’Adriatico portava ad Anxano ed a Siponto, e poi, lasciando il mare, e facendo un gomito, menava ad Ergizio1, passa a intrattenersi sulle vie Egnazia e Traiana che ci riguardano più da vicino. Ma, sventuratamente, egli è ben poco chiaro. Per meglio confutarlo, mi occorre trascrivere un suo brano. Egli, dopo essere arrivato a Ergizio, di sopra nominato, soggiunge: «Finiva così da questo lato il corso della grande Via Traiana, quella or ora riferita, perchè indi a XVIII miglia seguiva Teano Appulo, città dell’Apulia propriamente detta. E chi dalla Marina passar voleva nella parte interna della Daunia poteva dalla stessa città di Siponto battere un’altra strada, la quale, dopo XXI miglia menava ad Arpi, indi dopo altre IX a Luceria, donde ad Eca per altre XII miglia, giungendo in fine dopo altre XVIII miglia ad Equotutico nell’Irpinia. Era questa strada il proseguimento della stessa Via Egnazia, o Traiana, che dir si voglia, diversa da quella che diramavasene dalla medesima città di Equotutico, e che, toccando similmente Eca, conduceva indi a XIX miglia ad Ardonea, e di là, dopo oltre XXVI, a Canusio. Alla quale accennando Strabone, e nell’ordine inverso descrivendola, dice che batter potevasi coi muli pel paese dei Pediculi, per la Daunia e pel Sannio insino a Benevento, verso la quale città colla Via Egnazia propriamente detta e coll’Appia si congiungeva».

Innanzi tutto occorre rilevare che l’Autore ingenera non poca confusione a proposito della Via Egnazia, quasi lasciando supporre che ve ne sieno state tre distinte; e la confusione è mag-

  1. Egli veramente da Siponto la fa arrivare prima al Pons Longus sul fiume Candelaro e quindi verso il lago di Verano, presso Lesina; di qua poi la fa muovere per Ergizio. Ma questo è un manifesto errore, perchè la via avrebbe fatto un circolo vizioso lunghissimo. L’autore ha confuso la via che da Larino andava al Pons Longus, passando per Cornelium, con quella che dallo stesso Larino menava a Siponto, passando per Ergitium; una terza via, poi, congiungeva Siponto con Pons Longus. E le varie carte geografiche antiche, da me consultate, concordano in ciò e con la Tavola Peutingeriana e l’Itinerario di Antonino. Corcia potè essere tratto in inganno, come sembrami, dall’aver confuso il Cornelium dell’Itinerario di Antonino con l’Ergitium della Tavola Peutingeriana.