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del teatro antico 349

l’imposta più bassa del primo, e di una colonna e, sporgente per due terzi dal fronte di quest’ultimo. Il pilastro esterno si eleva su di una base composta di alto zoccolo o plinto, di un toro, di un listello e di un guscio, ed è coronato per tre lati da una cornice di imposta con astragalo (Tav. XLVII figura 1.a e 2.a e Tav. XLVIII). La colonna ha la stessa base del pilastro con l’aggiunta di un altro piccolo toro al di sopra del guscio, che questa volta è più basso. Tanto il pilastro esterno che l’interno son costituiti di grossi parallelepipedi di pietra calcarea. La base della colonna e quella del pilastro esterno, sino alle risvolte, formano un sol grosso masso di pietra. Molti pezzi delle colonne, come quelli p, d, e (Tav. XLVII fig. 1.a e 3.a) fanno parte del pilastro o del timpano.

Arcate — Nove grossi cunei di pietta calcarea, con estradosso piano, formano il fronte dell’arcata, larga m. 3,50, alta dal secondo scalino m. 4,62. La serraglia q (Tav. XLVII fig. 1.a, 2.a e 3.a) è alta m. 1,00 e lunga m. 1,87, cioè undici centimetri più lunga del pilastro esterno, che è grosso m. 1,76. Tutto il rimanente dell’arcata è costituito pure di grossi cunei di pietra calcarea. Degli stessi grossi massi son costituiti eziandio i timpani ed i rinfranchi tanto delle arcate (Tav. XLVII fig. 1.a e 3.a) che della volta del primo ambulacro semicircolare. Il rimanente della volta di quest’ultimo è costituito di un filare di tufi e di uno di grossi laterizii, siccome vedesi raffigurato nell’intervallo r s (fig. 3.a). Il fronte esterno dell’arcata a (fig. 1.a) era decorato dell’archivolto scorniciato c (vedesi meglio rappresentato nella Tav. XLVIII), molto consunto dal tempo. Esso era ricavato dagli stessi cunei dell’arcata.

Ordine — Sull’estradosso piano dell’arcata doveva poggiare la trabeazione; e per conseguenza al livello dell’estradosso stesso doveva terminare la colonna col suo capitello. Oggi non esistono più tracce, almeno nelle parti visibili del monumento (ammeno che non ve ne sieno nelle muraglie delle case contigue) della trabeazione e dei capitelli delle colonne. Di quest’ultimi dovea esistere qualcuno ai tempi dell’erudito Giovanni Colle De Vita, imperocchè egli nella citata sua opera1 riporta una incisione in

  1. Thesaurus Antiquitatum Beneventanarum, pag. 84 dissert. X.