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dei longobardi e del chiostro e chiesa di s. sofia | 363 |
sua dipendenza dalla potestà dell’Impero d’Occidente, come la dovettero riconoscere i suoi successori. «Però fu sempre legame assai lento, e il lor grado principesco non ne fu menomamente pregiudicato, come i fatti interni del loro territorio rimasero immuni da mescolanze e influenze straniere. Così avvenne che questa parte, che più era stata sciolta per lo innanzi dal regno Longobardo e s’era sviluppata indipendentemente, fu quella appunto che mantenne più puramente le istituzioni Longobarde, sino ai più tardi secoli1».
Il Principe Arechi fu da tutti amato per le singolari doti che in lui risplendevano, poiché fu piissimo, di gran prudenza e sapere e di gran valore; tra i Principi Beneventani non vi fu altri, per unanime consentimento, più di lui savio, nè migliore2.
Il pregevolissimo lavoro di Pugliese3, da poco pubblicato, ha fatto rifulgere di maggior luce questa grandiosa figura di Principe e lo stato più che prospero e civile di Benevento sotto il di lui reggimento. Per la qual cosa stimo assai utile, per la migliore intelligenza di quanto dovrò dire in seguito, trascrivere qualche brano di tale opera, anche come omaggio all’autore. Dopo aver parlato dello splendore della di lui corte, egli dice:
«In tanto lusso non fu trascurato il culto delle lettere, e Arechi fu emulo fortunato di Carlo anche nel coltivare e promuovere gli studii, accordando protezione ai letterati. E in un’epoca in cui i notai spesso spesso si trovavano a dover mettere a piè di certi atti: «il tal dei tali non firma, perchè gentiluomo», Arechi si formò una coltura assai rara pei suoi tempi, e nelle ore lasciategli libere dalle gravi cure di governo prendeva diletto a discorrere di arti liberali con Paolo Diacono, e a scrivere lui stesso di storia sacra e profana. Ci restano di lui, oltre al suo Editto, di cui ci occuperemo in seguito, gli atti di S. Mercurio, scritti in una forma che, se non è precisamente quella di Cicerone, è certo, giudicata alla stregua dei tempi,
- ↑ Hirsch, op. cit. pag. 112.
- ↑ Pompeo Sarnelli, Memorie Cronologiche dei Vescovi e degli Arcivescovi della S. Chiesa di Benevento, Napoli, 1691, Gius. Roselli, pag. 42 e 43.
- ↑ F. P. Pugliese, Arechi Principe di Benevento e i suoi successori, Foggia 1892.
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