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della chiesa cattedrale di benevento 409


Tutti gli scrittori beneventani hanno interpretato e ritenuto sempre che questo Ruggiero sia stato nè più nè meno che l’Arcivescovo di tal nome, venuto a reggere questa chiesa nel 1179; ma i critici di arte lo hanno ritenuto invece un semplice artista. Barbier de Montault1 tra gli altri, dichiarando che quì in Benevento siasi troppo digiuni di conoscenze archeologiche, afferma che i nostri scrittori abbiano preso equivoco sul nome di Ruggiero. Veramente le ragioni che egli contrappone non sono così valide da distruggere la opinione di quelli, la quale credo alquanto fondata anche sulla tradizione. Egli dice che essi abbiano preso in senso figurato le espressioni tecniche studio sculpsit, bene iunxit marmora, piuttosto che attribuir loro il senso letterale. E questo egli dice (me lo perdoni) per un tal quale preconcetto, cioè per attribuire a questa facciata una trentina di anni di maggiore antichità, onde presentarcela coeva delle porte di bronzo; mentre, come dimostrerò, i due fatti sono indipendenti. Con ciò non intendo punto di condannar lui e assolvere i nostri scrittori, ma di lasciare libero il campo alla critica storico artistica.

Forse si affacciò alla mente di Barbier de Montault che quello sculpsit fosse una parola decisiva, la quale non avesse potuto avere relazione che soltanto con un artista mestierante, marmoraio scalpellino, autore secondo lui delle sculture delle tre porte della facciata intorno all’anno 1157. Ora, come dimostrerò con dati di fatto, questa sua supposizione è completamente erronea. Esaminiamo ponderatamente le diverse parti della intera facciata. I due stipiti e l’architrave della porta destra, presso il campanile, sono affatto lisci, e quindi opera del più modesto scalpellino. L’arcotrave della porta sinistra, sul cui fronte è scolpita la riportata iscrizione, è egualmente liscio. I due stipiti di questa stessa porta sono due architravi di porte di stile romano della decadenza; sono perfettamente intatti e completi, tanto della scorniciatura anteriore ornata ad intagli che dei festoni nell’incasso del lacunare; e per di più sono dissimili. Le basi della porta centrale ricordano troppo le sculture dell’epoca longobarda; sul fronte e sui laterali interni (Tav. LXI) di esse sono scolpite due scimmie

  1. Op. cit. pag. 35.