Pagina:Meomartini - I monumenti e le opere d'arte della città di Benevento.djvu/477

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della chiesa cattedrale di benevento 441


Egli non trasanda di osservare che gli sembra strano che un artista di quel valore, e di queste regioni che si eran sottratte all’influenza romana, abbia potuto incorniciare i quadri con quelle cornici ad ovolo, sebbene un esempio simile egli pur trovi di Nicola da Pisa del 1266 nel duomo di Siena; e notando la presenza di quei tratti di cornice che fiancheggiano il quadro 66 (fig. 16), cosa già da me fatta osservare, di lavoro assai più fino, inclinerebbe a credere che essi o sieno stati l’antico finimento o provvengano dalla distrutta porta di S. Bartolomeo. La prima ipotesi menerebbe pure a quella di un restauro radicale che sarebbe stato fatto nei secoli posteriori.

Siamo sempre là, Barbier de Montault ebbe la ventura di vedere e di esaminare molto da vicino i due battenti della nostra porta di bronzo, ma non vide quelle del duomo di Troia; Lenormant per contrario vide queste ultime, ma non ha mai viste le nostre. Di tal che entrambi hanno asserito essere le une e le altre opera dello stesso artefice senza averne fatto il confronto. Questa è una grave negligenza per coloro che scrivono della storia dell’arte.

Se io avessi qui avuto presente un qualsiasi avanzo delle porte di bronzo del distrutto tempio di S. Bartolomeo, opera, come vedemmo, di Oderisio, avrei potuto definire proprio sul posto la quistione, paragonando quell’avanzo qualsiasi alle sculture delle porte del nostro duomo. Ma, poichè sventuratamente gli avanzi delle porte di S. Bartolomeo andarono perduti, restava un altro termine di paragone, le porte del duomo di Troia, opera certa dello stesso Oderisio. Ora per conoscere se questo istesso artista abbia potuto lavorare eziandio le porte del duomo di Benevento non mi sono accontentato dell’affermazione dei due autori francesi sudetti, ma mi son voluto portare sul posto, in Troia, per conoscere da vicino i due monumenti di Oderisio Beneventano. La mia meraviglia è stata grandissima nel vederli e nello scorgere a prima giunta essere un lavoro di uno stile e di una tecnica che non hanno nessun rapporto con quelli delle nostre porte del duomo di Benevento.

I quadri delle porte di Troia si riducono ad una semplice lamina piana di bronzo, sulla quale Oderisio a colpi di scalpello